Mela campanina

Arca del Gusto
Torna all'archivio >

La campanina è una antica varietà di mela delle zone della bassa modenese e mantovana.

E’ una mela piccola, dalla forma obloide, piuttosto simmetrica, appiattita o a volte sferoidale. Le dimensioni sono circa 64 mm di diametro per 58 mm di altezza, con un peso medio di circa 85-95 grammi.
La buccia è molto spessa e poco cerosa, di colore giallo-verde appena colta, rosso-verde dopo alcuni giorni esposta al sole. La polpa è bianca-verdastra, molto soda e zuccherina. Il gusto è molto aromatico e leggermente acidulo.

La fioritura del melo campanino avviene tra aprile e maggio, la raccolta dei frutti inizia mediamente ai primi giorni di ottobre e prosegue per tutto il mese.

La mela campanina viene staccata dalle piante ancora un po’ acerba e lasciata, più o meno una settimana, a maturare al sole, sull’aia. Tale esposizione permette alla parte esposta di arrossire ed, in contemporanea, di aumentare il suo contenuto zuccherino.

La storia di questa varietà è antichissima e viene citata in varie pubblicazioni. Già nel 1751 il bolognese Francesco Argelati descrisse nel suo Decamerone una figura femminile, Bartolomea Gualandi, come "una delle più belle e vaghe giovani di Pisa, la quale ancora ventiquattr’anni non aveva, fresca e rotondetta che pareva una mela modenese". Nel 1815 poi il pomologo Giorgio Gallesio descrisse "pomo di Modena" un semenzale rinvenuto nella provincia di Modena, mentre nel 1877, lo storico mirandolese don Felice Ceretti pubblicò un articolo su un periodico locale in cui parlava di "pomi detti campanini dei quali nell’autunno si fanno larghe provviste e si trasportano fino a Venezia ed altre città".

Per la facilità con la quale potete essere trasportata per lunghi percorsi senza deperire, la campanina è stata uno dei primi frutti da esportazione, particolarmente apprezzata in Germania. Dopo la II° guerra mondiale la coltivazione ha subito un brusco calo in favore di altre varietà più facilmente coltivabili – la produttività per ettaro è infatti piuttosto bassa. Come scrisse lo studioso Vilmo Cappi, "le mele campanine, note per la loro fragranza e la loro polpa bianca, stanno scomparendo, perchè sostituite da varietà e tipi più commerciali".

Nel dopoguerra il mercato richiedeva mele più dolci, più grandi e più economicamente "premianti" e redditizie per il coltivatori. Fortunatamente alcuni agricoltori mantovani hanno voluto mantenerne la coltivazione, seppure con meno impianti. Dagli anni ’90 la mela campanina ha iniziato a riprendersi quote di mercato, limitatamente alle sue zone d’origine, cioè le province di Mantova e Modena.

Da ricerche effettuate pare che il consumo di mela campanina rappresenti un efficace antiossidante: quattro volte superiore ad una qualsiasi altra mela. Elevato è anche il contenuto di pectina e di acido ascorbico (vitamina C).

Questo varietà può essere consumata cruda, anche se, a causa della sua buccia molto spessa, dà il meglio cotta al forno, specie se in casseruola con un poco d’acqua e una leggera spolverata di zucchero, per una perfetta caramellizzazione. La polpa è indicata per la preparazione di confetture, grazie all’elevato contenuto di pectina. Ma il suo impiego migliore è nella composizione della mostarda mantovana.

L’attività di ricerca necessaria a segnalare questo prodotto nel catalogo online dell’Arca del Gusto è stata finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale del Terzo Settore e della Responsabilità Sociale delle Imprese – avviso n° 1/2018 “Slow Food in azione: le comunità protagoniste del cambiamento”, ai sensi dell’articolo 72 del codice del Terzo Settore, di cui al decreto legislativo n 117/2017.

Torna all'archivio >

Territorio

NazioneItalia
Regione

Emilia Romagna

Area di produzione:Bassa modenese e bassa mantovana

Altre informazioni

Categorie

Frutta fresca, secca e derivati

Segnalato da:Giuseppe Traversoni