Localmente conosciuto come catso blanco (Platyicoelia lutescens), si tratta di una specie di scarabeo che si trova negli altopiani delle Ande.
I maschi di questa specie possono raggiungere i 2,5 cm di lunghezza mentre le femmine possono essere leggermente più lunghe; sia il dorso che il ventre sono di colore bianco crema.
Questi insetti sono considerati una fonte alimentare tradizionale ed economica molto importante nei pressi di Quito, soprattutto tra la popolazione di origine Kayambi. Gli anziani ricordano che presso i mercati locali, soprattutto quelli che si svolgevano nei centri minori (ad esempio Sangolquí), si potevano trovare in vendita assieme alla frutta e alla verdura.
Il periodo dell’anno in cui ci si dedica alla raccolta di questi insetti inizia il mese di ottobre e continua anche nel mese successivo; questo è il momento ideale dato che la temperatura scende, le piogge si fanno molto abbondanti e gli insetti sono più visibili. La caccia a questi scarabei è un momento che coinvolge tutti i componenti della famiglia e comincia alla mattina presto. Gli insetti vengono cercati tra i prati, nelle aree verdi della città o semplicemente nel giardino di casa. Una volta catturati, si mettono all’interno di sacchetti oppure nei barattoli di vetro.
Prima di essere cucinati e consumati, gli insetti necessitano di una lunga preparazione; il primo passaggio consiste nello stare immersi per un giorno intero nel grano oppure nella farina di mais. Dopodiché si rimuovono le ali e le zampe ed infine si lasciano per un paio di giorni in ammollo in acqua salata, così da ridurre l’amaro. Si dice abbiano un odore dolce, tipo quello del latte, che persiste anche dopo la cottura.
Vengono semplicemente fritti, oppure fritti nel grasso di maiale assieme a cipolla e pomodoro.
Oggi è molto raro trovare questo prodotto sul mercato, che fino a qualche anno fa erano una fonte di reddito integrativa per i contadini più poveri. Una delle prime ragioni è l’intenso sviluppo urbano che ha ridotto le aree verdi in cui si praticava la cattura degli insetti, costringendo i pochi cacciatori rimasti a recarsi verso le valli andine. A questo, si deve anche aggiungere la mancanza di interesse da parte dei giovani verso questo prodotto.
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