La piccola isola Ulleung si trova a 120 km a est della costa nord orientale della Corea del Sud e si raggiunge dopo tre ore di traghetto da Gangneun (provincia del Gangwon) o da Pohang, (provincia del Gyeongsang). I faraglioni sulla costa anticipano il paesaggio interno: montagne dai versanti ripidissimi e stradine tortuose che si arrampicano e scendono a strapiombo. D’inverno le onde raggiungono anche i dieci metri e allagano l’unica strada che percorre il perimetro isola. In primavera la campagna è verdissima, le piante selvatiche fioriscono e nell’aria si respira il loro profumo inebriante.
A causa di una strategia politica adottata durante il regno di Joseon (1392-1897), l’isola è stata disabitata fino al 1882 e i primi coloni sono arrivati solo 130 anni fa. L’ecosistema naturale è quindi rimasto intatto e il clima oceanico e temperato ha contribuito allo sviluppo di numerose varietà vegetali autoctone. Fino a pochi decenni fa, l’economia dell’isola era estremamente povera, basata sulla coltivazione di mais e patate (il clima non è adatto al riso) e sulla pesca di seppie e cozze. Per integrare l’alimentazione quotidiana, le donne di Ulleung si arrampicavano sulle montagne e raccoglievano numerose erbe selvatiche (sanchae in coreano): a seconda della tipologia, le foglie, gli steli o i bulbi erano cucinati freschi, essiccati o fermentati. Negli ultimi anni questa conoscenza si è trasformata in una risorsa economica importante. Quasi tutte le famiglie, infatti, hanno iniziato a coltivare su queste terre incontaminate le erbe che prima si trovavano soltanto allo stato selvatico e hanno organizzato cooperative per la trasformazione, il confezionamento e la vendita. La pianta più diffusa è il myungyi, l’aglio di montagna, commercializzata ormai a livello nazionale.
Alcune erbe – le più rare – crescono esclusivamente su quest’isola. Il seommalnari, detto anche giglio di Hanson o seong-in bong nari, è un magnifico fiore giallo con riflessi rossastri, cosparso di lentiggini color ambra scuro. La parte edibile sono i bulbi: bianchi, dolci, pastosi, si mangiano bolliti e hanno un sapore che ricorda vagamente le castagne. Il dumebuchu ricorda nell’aspetto l’erba cipollina, ha un gusto simile a quello del porro e ha foglie leggermente collose: si mangia crudo a fettine o fermentato (nella salsa di soia o con lo zucchero). Il samnamul prende il nome dalla parola insam (ginseng) a causa della sua somiglianza nella forma: in primavera si raccolgono le foglie giovani delle piante e si mangiano fresche o essiccate. La consistenza è simile a quella della carne e anche il sapore la ricorda, per questo la gente del posto lo chiama gogyuinamul (gogyui significa carne, namul significa pianta selvatica). Il samnamul è ottimo sbollentato o nelle zuppe e viene spesso servito durante le festività. Il chamgobi è simile a una felce, cresce preferibilmente in zone ombrose e in cucina è usato principalmente secco poiché fresco ha un gusto amarognolo.
L’isolamento ha preservato il suo ecosistema naturale e il clima oceanico e temperato ha contribuito allo sviluppo di numerose piante autoctone.
Alcune di queste sono molto rare. Il Presidio coinvolge cinque produttrici che hanno piccoli appezzamenti e propongono le erbe nel loro ristorante familiare. L’obiettivo è di valorizzare quattro erbe che crescono esclusivamente su quest’isola: il seommalnari, il dumebuchu, il samnamul e il chamgobi.
Area di produzione
Isola di Ulleung
Partner tecnico
Ulleunggun Agriculture Technology Center
Ristorante Sanmaeul Farmhouse
136-2, Nari, Buk-myeon, Ulleung-gun,
Gyeongsangbuk-do
tel. +82 547914643/1047444643
ahqjatod79@daum.net
Kim Do Soon
Ristorante Narichon Farmhouse
6, Nari, Buk-myeon, Ulleung-gun, Gyeongsangbuk-do
tel. +82 547916082/168215808
Lee Deok Joon
(rappresentante della condotta Slow Food Ulleung)
tel. +82 1035088833
Lee Tae Sook
Capo del villaggio di Pyoungri
66-16, Pyoungri 2gil, Buk-myeon, Ulleung-gun,
Gyeongsangbuk-do
tel. +82 115204389
Kim, Ok-Seon
Fattoria Dapul
537-20, Na-ri gil, Buk-Myeon
Kim Sung Hoon
Tel. +82 315557070