Orto scolastico della scuola primaria di Pingire
Torna all'archivio >Slow Food in Uganda
Sin dal 2006, Slow Food sostiene attivamente le comunità del cibo in Uganda creando Presìdi e attività agricole nell’ambito del progetto dei 10.000 orti in Africa, attraverso i numerosi giovani volontari e coordinatori regionali. Nel 2015, Slow Food Uganda ha lanciato la rete nazionale, che oggi comprende più di 10,000 attivisti. Nella cosiddetta "perla d'Africa", ricca di risorse idriche e forestali, con un clima tropicale ideale per la produzione agricola e l'allevamento al pascolo, nonostante non ci sia uno sbocco diretto sul mare le connessioni commerciali sono tante e fiorenti. Più del 70% della popolazione è impiegata nel settore agricolo. I grandi investimenti stranieri e governativi si concentrano sui settori dell'esportazione: caffè, banane, palma da olio, canna da zucchero, mais, riso, carne di manzo, … coltivazioni legate a situazioni gravi di violazione dei diritti dei produttori e dei consumatori, dei cittadini ugandesi in generale. Infatti, la promozione delle monoculture (che di per sé comportano gravi danni e conseguenze per l'ambiente naturale e per la sostenibilità dei piccoli contadini, attraverso deforestazione, uso di fertilizzanti e concimi chimici, inquinamento ed esaurimento delle risorse comunitarie, sparizione delle piante spontanee e delle varietà meno resistenti) favorisce i casi di land grabbing (terre fertili espropriate e privatizzate) e di speculazione sulle risorse idriche e i terreni paludosi (ricchissimi di biodiversità vegetale e animale), la promozione di razze animali esotiche apparentemente più produttive, di piante ibride e di sementi OGM. Il governo di Yosewi Museveni (al potere dal 1986, dopo anni di terribili guerre civili e dittature) promuove pubblicamentegli investimenti esteri e la vendita delle risorse nazionali. Slow Food Uganda ha sviluppato una solida rete nell’Uganda centrale, una presenza robusta e credibile nelle regioni orientali e occidentali del paese, e ha definito nuove strategia per l’Uganda del nord. Le filiere alimentari sviluppate nelle aree centro-orientali riguardano i prodotti simbolo della gastronomia tradizionale e del sistema agroforestale: banane, ignami, caffè. A nord e a ovest si è lavorato ai prodotti della resilienza e dei gruppi indigeni, come le antiche varietà di cereali e l'allevamento della razza autoctona Ankole, una vacca dalle imponenti corna a forma di lira. Per poter far sentire la voce dei contadini, difendere il diritto al cibo e sviluppare nuove forme – sostenibili – di economia locale, Slow Food Uganda organizza eventi annuali (il Festival del Caffè a febbraio, i laboratori sulla frutta e la verdura con le scuole ad aprile e giugno, la fiera della gastronomia indigena a ottobre, il Food Wise Event a novembre). I Mercati della Terra di Mukono-Wakiso (regione centrale), Mbale (regione orientale) e Lira-Amach (regione settentrionale) si svolgono con cadenza quindicinale. L'associazione partecipa inoltre alle piattaforme delle organizzazioni della società civile a livello locale, regionale e nazionale, coinvolgendo tutti coloro che sostengono la necessità di lavorare contemporaneamente su protezione dell’agro-biodiversità, sviluppo economico ed educazione, attraverso la corretta gestione delle risorse. Sito: www.slowfooduganda.org
Informazioni sull'orto
Tipo: | Scolastico |
Persone coinvolte: | 41 |
Coordinatore: | Charles Oile |
Gemellato con: | Fondo Beneficenza di Intesa Sanpaolo |