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Home » 10.000 Orti in Africa » Orto comunitario di Tchur Pitchilam

Orto comunitario di Tchur Pitchilam

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Guinea Bissau

Cacheu

L’orto comunitario Tchur Pitchilam occupa una superficie di circa un ettaro ed è gestito da 18 donne riunite in uno dei tre gruppi che fanno capo all’associazione Njaguilempe (che significa "Andiamo a lavorare").
Attorno ci sono alberi di anacardo, palme da olio, manghi, sibi (palma reale) e qualche casa. Nell’orto, recintato con una rete, si trovano un pozzo e si coltivano cipolle, melanzane, pomodori grandi e pomodorini locali, ibisco (il rosso per succhi, il verde per le salse), gombo, peperoncino locale, insalate. Tra le verdure c’è qualche palma da olio selvatica. Attorno all’orto ci sono alberi di anacardo, palme da olio e qualche casa con tetti di paglia o di lamiera. Nell’orto c’è un pozzo e si coltivano cipolle, melanzane, pomodori grandi e pomodorini locali, ibisco (il rosso per succhi, il verde per le salse), gombo, peperoncino locale, insalate. Tra le verdure c’è qualche palma da olio selvatica.
Tre donne dell’associazione hanno partecipato a diverse formazioni (gestite dalla cooperativa Coajoq) sulla coltivazione, sulla riproduzione dei semi e sulla fertilizzazione naturale dei campi. Hanno inoltre approfondito il trattamento naturale delle piante (con neem, corteccia di bichilão, piri piri, sapone, tabacco…), l’educazione alimentare (come consumare i prodotti dell’orto e valorizzare i piatti tradizionali) e la vendita dei prodotti sul mercato locale. Le donne partecipano anche a scambi di formazione con orti della stessa regione.

Area
Villaggio di Tchur Pitchilam, dipartimento di Cacheu, regione Cacheu

Slow Food in Guinea Bissau

La Guinea Bissau è un paese speciale: pur avendo un'estensione molto limitata, 30 etnie convivono fra loro, mantenendo il più possibile culture e abitudini diverse, molto spesso legate all'agricoltura. Una biodiversità continuamente minacciata dall'agroindustria che spinge gli agricoltori ad abbandonare le coltivazioni tradizionali per puntare su commodity da esportazione. Ciò significa sottostare a leggi di mercato estere e a dover comprare cibi importati, il riso bianco proveniente dall'Asia, primo fra tutti. Slow Food ha iniziato il progetto dei 10.000 orti in Africa già nel 2012, raggruppando piccoli agricoltori dal nucleo famigliare in comunità, che con l'aiuto di agronomi locali possono preservare le colture tradizionali. In parallelo agli orti, sono nati due progetti importanti: il presidio del sale di Farim e il presidio dell’olio di palma selvatica, nella regione di Cacheu.

Informazioni sull'orto

Tipo:Comunitario
Coordinatore:Leandro Pinto Junior
Gemellato con:Fondazione Il Cuore Si Scioglie Onlus

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