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Home » 10.000 Orti in Africa » Orto comunitario di Ngangaini

Orto comunitario di Ngangaini

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Kenya

Central

L’orto è situato presso il villaggio di Ngangaini, sotto-contea di Gatanga, contea di Murang’a. È stato avviato da un gruppo di 16 giovani (10 ragazzi e 5 ragazze) di età compresa tra i 17 e i 28 anni coinvolti in varie attività collettive come musica, discorsi di motivazione rivolti ad altri giovani, “table banking” e orticoltura. Il gruppo dispone di un appezzamento di 1000 metri quadri sul quale dalla tarda primavera del 2015, dopo avere fatto visita al responsabile dell’orto della condotta Slow Food di Gatunyu, viene praticata l’agricoltura biologica. In quell’occasione i membri hanno appreso i principi dell’agricoltura biologica e l’importanza di tutelare la biodiversità locale. Tra le varietà coltivate ci sono la carota, il coriandolo, la patata irlandese, il kale, il cavolo, l’amaranto, la consolida azzurra, il peperone dolce, il caiano, i fagioli dall’occhio, gli spinaci, il melone spinoso, la manioca, la zucca, la cipolla, il peperone e le patate dolci. Tra i frutti, le piante di pomodori, il paw paw di montagna, le arance, la canna da zucchero e le banane. Allevano anche pollame e capre, le cui deiezioni vengono utilizzate per fertilizzare la terra. Il gruppo ha delegato alcuni dei suoi membri alle sedute di formazione promosse dal progetto di Slow Food dei Diecimila orti in Africa, dove hanno imparato a gestire la fertilità del suolo, i parassiti e le malattie per produrre cibo buono, pulito e giusto. Tra le tecniche antiparassitarie acquisite in quell’occasione ci sono la preparazione di repellenti a base di estratti vegetali (peperoncino, aglio, aloe vera, tagete e cenere), l’uso di carte moschicide, la rotazione delle colture e la consociazione con piante sgradite agli insetti. Data la scarsità di risorse idriche a disposizione, l’irrigazione è vincolata alle precipitazioni naturali. Una parte del raccolto viene cucinata dal gruppo, un’altra viene donata come offerta alla chiesa e un’altra ancora viene tenuta da parte per le sementi o venduta per ricavare fondi che rendano sostenibile il progetto.

Area
Ngangaini, sotto-contea di Kandara, contea di Murang’a

Coordinatore
Martin Mwangi Mwaura

Slow Food in Kenya

Il paese più ricco e dinamico dell'Africa dell'est, che nella capitale Nairobi ospita le sedi delle maggiori istituzioni internazionali (ONU, FAO, WB, etc) è da anni simbolo di grandi contraddizioni ed è alle prese con sfide impegnative: migrazioni interne legate ai cambiamenti climatici (i periodi di siccità prolungata negli ultimi 30'anni sono diventati sempre più frequenti e intensi) e alle instabilità politiche nell'area; continue pressioni esercitate dalle multinazionali sul governo affinché il paese produca a beneficio dell'esportazione e facendosi carico delle conseguenze (inquinamento ed esaurimento delle risorse, speculazioni sui terreni coltivabili, privatizzazione e finanziarizzazione dei servizi pubblici). Nel 2016 il National Assembly Committee of Agriculture ha confermato il divieto di coltivazione degli OGM ma le sperimentazioni proseguono. Gli investimenti principali nel settore agricolo nazionale – che coinvolge circa il 75% della popolazione - riguardano alcune filiere produttive (mais e cereali, allevamento intensivo) e insistono sul bisogno di aumentare la produttività, anziché puntare a differenziare la produzione, garantire maggiore sostenibilità ambientale e migliorare la distribuzione dei beni comunitari. Slow Food è attivo in Kenya dal 2004 e oggi coinvolge una rete forte che difende la biodiversità locale, promuove la produzione sostenibile e il consumo responsabile, e crea connessioni tra gruppi indigeni, tra pastori e contadini, tra produttori e cuochi. L’Associazione è formalmente registrata e riconosciuta dal governo; collabora con altre organizzazioni internazionali e locali, con autorità pubbliche, istituzioni e media. I giovani sono coinvolti nel progetto degli orti e nella lotta contro lo spreco alimentare, promuovendo un’agricoltura sostenibile, informando sulle minacce alla sovranità alimentare, favorendo la coesistenza pacifica tra le varie comunità attraverso scambi di conoscenze e dando dignità alle tradizioni culinarie keniote. In questi anni è stata realizzata una importante mappatura dei prodotti a rischio di estinzione (sfociata in un libro sui prodotti dell’Arca in Kenya e nell’avvio di diversi Presìdi), grazie al coinvolgimento di una rete ampia e alla collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche (attraverso il programma di borse di studio Slow Food, oltre 10 kenioti si sono laureati in Italia, all’Università di Scienze Gastronomiche). Il progetto dell’Alleanza dei Cuochi è stato lanciato nel 2016 e Slow Travel - un’iniziativa sul turismo responsabile – ha cominciato a sensibilizzare consumatori e visitatori su prodotti/iniziative locali e sullo sviluppo sostenibile. Blog: slowfoodkenya.wordpress.com

Informazioni sull'orto

Tipo:Comunitario
Superficie in m2:1000
Persone coinvolte:18
Condotta Slow Food:Kahurura
Coordinatore:Samson Kiiru Ngugi
Gemellato con:Vienna Foodie Quest, Austria

Foto

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