Sounbareh (Mandingo), Kainda (Krio)
Nei mesi di novembre e dicembre, l’albero néré (Parkia biglobosa) che cresce spontaneamente nelle praterie della Sierra Leone, principalmente nel distretto di Koinadugu, produce un baccello piatto lungo circa 30-60 cm. Questo frutto leguminoso matura tra marzo e aprile e viene raccolto dalla popolazione locale per preparare una versione essiccata e fermentata del frutto che viene successivamente ridotta in una polvere chiamata sounbareh nella lingua Mandingo o kainda nella lingua Krio. I legumi o semi raccolti dai baccelli dell’albero sono sgusciati a mano e la polpa viene rimossa dai semi. I semi vengono fatti fermentare con la cenere di legno per favorire la decomposizione del mesocarpo spesso (o parte fibrosa), lasciando solo il cotiledone marrone (la parte interna del seme). Queste parti del seme sono successivamente messe a cuocere su un fuoco a fiamma alta per un giorno intero, i semi bolliti sono poi fatti rifermentare per altri tre giorni. In seguito sono messi ad essiccare al sole per diversi giorni fino a che non ottengono un colore di un nero profondo ed un contenuto di umidità molto basso che permette ai semi di essere conservati per mesi o addirittura anni. A questo punto, il sounbareh o kainda può essere venduto, conservato o preparato per il consumo finale. Uomini e giovani raccolgono i baccelli dello néré, ma le donne si occupano della lavorazione, che avviene nella stagione secca. Tra la popolazione mandingo questo prodotto ha una grande importanza nella loro dieta quotidiana, come ingrediente fondamentale o un contorno principale o una salsa per la giornata. Per il consumo, i fagioli neri essiccati sono ulteriormente tostati in una piccola pentola e pestati in un mortaio insieme ad ingredienti come pepe, sale e altre spezie e poi spolverato sul riso cotto. Questa polvere aromatica può anche essere aggiunta ad ortaggi verdi quali spinaci, foglie di patata e di cassava. La polvere di pepe e néré può anche essere utilizzata per preparare delle zuppe, in particolare quando si preparano pasti per ospiti molto importanti per accompagnare volatili selvatici, carne di foresta o pesce. Questo prodotto è da tempo associato alla tribù Mandingo, originaria della Guinea e spostatasi in Sierra Leone per ragioni commerciali e religiose. La lunga conservazione della polvere e néré la rende ideale per i lunghi viaggi. Si ritiene inoltre che abbia utilizzi medici, come lassativo e per favorire la digestione. Tra la popolazione poligama dei Mandingo, spesso le donne preparano cibi con la polvere e pepe di néré per acquisire prestigio nei confronti dei mariti. La vendita di questi fagioli essiccati e fermentati fornisce un’entrata per le donne Mandingo, che vendono il prodotto ai commercianti e a membri di altre tribù di zone lontane dove l’albero non cresce. La tecnica di produzione si è persino diffusa tra alcune tribù vicine. Tuttavia, l’eccessiva raccolta dei baccelli dagli alberi selvatici e la perdita di alberi dovuta ad incendi minacciano la produzione. L’attuale mancanza di alberi coltivati e la limitata popolazione selvatica fanno pensare che gli alberi di néré potrebbero dover essere coltivati intenzionalmente per garantire una continua produzione futura.
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