Ogbono, bobo
L’Irvingia gabonensis (o mango bravo, mango africano, ogbono, bobo) è originario dell’Africa occidentale, nell’area compresa tra Nigeria, Angola e il golfo della Guinea. Viene spesso confuso con le specie e le varietà di Mangifera indica che non ha origine africana e dalle caratteristiche differenti.
Le Irvingiacaee non hanno subito un vero e proprio processo di domesticazione e, ancora oggi, la produzione è ottenuta da piante selvatiche.
L’albero può raggiungere i 40 m di altezza, i frutti maturi sono di colore verde con una polpa soffice e succosa di colore giallo aranciato, dolce.
Il mango africano fiorisce generalmente all’inizio della stagione delle piogge e i frutti maturano dopo circa 4 mesi.
La polpa, se non consumata direttamente, può essere trasformata in succhi, gelatine e confetture, così come in una bevanda mediamente alcolica. I semi sono fondamentali nella cucina tradizionale: la loro farina è un addensante per zuppe e stufati (ma anche un forte aromatizzante). Un piatto a base di carne di manzo e salsa di semi di mango, è molto diffuso nell’Africa tropicale. La farina si prepara attraverso il processo tradizionale detto dika bread: i semi essiccati, tostati e macinati, sono fatti raffreddare in contenitori che consentano di raccogliere l’olio rilasciato. In tal modo i pani di farina possono essere conservati oltre un anno.
Per via dell’elevato contenuto di acidi grassi, dai semi si estrae un olio che solidifica a temperatura ambiente, utilizzato in alternativa al burro di cacao. Anche il legno di Irvingia è apprezzato e dai frutti si estraggono sostanze utilizzate nell’artigianato locale come colorante. Gli alberi sono usati come elementi di copertura per ombreggiare le piantagioni di caffè e di cacao.
Mentre i frutti hanno un interesse esclusivamente locale e limitato nei mercati cittadini, i semi, invece, sono commercializzati all’interno dei paesi dell’Africa occidentale.