Fraise de Prin
La fragola di Prin è una fragola minuscola, una specie di fragola di bosco dal profumo delicato e inimitabile dovuto alla natura dei suoli (torbiere alcaline, molto rare e minacciate). E’ su questi terreni del Comune di Prin Deyrançon (dipartimento di Deux-Sèvres), nel cuore del Marais Poitevin – la famosa “Venezia verde” – che qualche famiglia la coltivava all’inizio del XX secolo. La raccolta delle fragoline durava circa quaranta giorni, di qui il suo secondo nome: la “quarantina”. Occorreva raccogliere queste fragoline con estrema delicatezza e velocità quando erano mature e depositarle in piccoli panieri di vimini da 250 grammi, senza danneggiarle. Le fragoline erano quindi spedite in treno dalla stazione più vicina a Prin Deyrançon (linea La Rochelle / Parigi), fino ai mercati delle Halles a Parigi. Erano servite nei grandi ristoranti o nei salons de thé, accompagnati da un bicchiere di champagne, ed erano chiamate con il nome di “fragola dei re”. La sua produzione ha conosciuto il suo momento di gloria nel 1895 (con l’apertura della stazione di Prin) fino al 1914, all’inizio della prima guerra mondiale. In questo periodo, molte famiglie del paese hanno vissuto di questa produzione e del suo commercio, ma ha continuato a essere commercializzata a Parigi fino al 1939-40. Nel periodo d’oro pare fosse coltivata anche nei comuni vicini di Le Bourdet e Cramchaban. All’inizio del secolo (sono disponibili dati dal 1900 al 1905) la quantità prodotta era pari a 3 tonnellate annue.
La fragolina di Prin è una varietà a forte rischio di estinzione perché la sua resa è molto bassa, è difficile da raccogliere, è legata a un territorio molto specifico e ridotto dal punto di vista geografico. Nel 2015 è rimasto un unico agricoltore biologico, nel Comune di Prin-Deyrançon, comune che le ha dato il nome, che l’ha coltivata dal 1991 al 2005 per produrre confetture vendute sui mercati locali e, dopo il 2005, per la conservazione della varietà e per l’autoconsumo.
Torna all'archivio >La fraise de Prin est aujourd’hui encore produite par un unique agriculteur biologique sur la Commune de Prin-Deyrançon, commune qui lui a donné son nom. Il l'a cultivée de 1991 à 2005 pour produire des confitures qu'il vendait sur les marchés locaux et, depuis 2005, pour la conservation de l'espèce et pour sa consommation propre. Il semble qu'elle ait été aussi cultivée à sa grande époque (1895-1940) sur des communes voisines (le Bourdet, Cramchaban). Au début du siècle (de 1900 à 1905 des données sont disponibles), la production estimée avoisinait les 3 tonnes par an. Aujourd’hui, elle est cultivée en très petites quantités.
Cette fraise présente donc un grave risque d’extinction pour les raisons évoquées précédemment : plus de production commercialisée, un seul et unique producteur, et une variété à faible rendement, pénible à récolter, et liée à un terroir très spécifique et très réduit géographiquement (tourbière alcaline du Marais Poitevin).