Le banane sono una risorsa alimentare importante per la comunità dei Gikuyu. Nella Provincia centrale del Kenya ciascuna famiglia si sforza di coltivare diverse varietà di banana sul proprio terreno.
La varietà che prende il nome di mutahato è il più alto di tutti i banani. Il fusto raggiunge i 9 metri di altezza. Ha foglie allungate e produce frutti che misurano 20-22 centimetri. Il colore della buccia oscilla tra il verde e il giallo (a seconda del grado di maturazione), mentre la polpa è bianca. La forma è quella di un cilindro leggermente incurvato e il gusto, amaro quando il frutto è ancora acerbo, si fa dolce con la maturazione. La pianta inizia a fruttificare dopo due anni e risponde efficacemente ai terreni fertili e ben drenati. Produce un frutto delizioso che una volta maturo si può consumare crudo, ma anche cuocere e arrostire per il consumo umano. In altri tempi la parte interna del tronco del banano veniva utilizzato come mangime per gli animali.
Nella comunità Gikuyu la banana mutahato era considerata la migliore, tanto nutriente da venire utilizzata anche per svezzare i bambini. Il frutto veniva arrostito o bollito, masticato accuratamente dalla madre e quindi proposto al lattante. Era una forma di alimentazione dei bambini molto diffusa nelle aree rurali, ma con l’avvento della modernità, accompagnato da una crescente consapevolezza dei problemi di tipo igienico, ha finito per cadere in disuso.
Tra le altre cose la banana mutahato, sia matura che acerba, veniva servita alle madri che allattavano per aiutarle a recuperare, ma serviva anche a preparare un piatto speciale detto thiiri: il frutto ancora verde veniva sbucciato e arrostito a puntino, poi la superficie veniva ripulita grattando con la lama di un coltello e la polpa veniva schiacciata fino a ottenere una pasta da servire in porzioni pronte al consumo dette localmente mataha. Bollita con piselli e schiacciata, inoltre, questa varietà di banana veniva mangiata dai ragazzi dopo la circoncisione per ritrovare energia e forza. Le puerpere la ricevevano in dono dopo il parto. Alcuni caschi venivano addirittura donati alla famiglia dello sposo come parte della dote nuziale.
Oggi questa varietà di banana rischia di scomparire, perché sono rimasti in pochissimi a coltivarla, e quasi tutti sono persone anziane. È difficile trovare la mutahato nei mercati della zona, mentre solo pochi anni fa era diffusissima. Dal frutto stilla una linfa che tende a macchiare le mani e i vestiti, una controindicazione che la rende meno competitiva rispetto ad altre varietà, come la kiganda. Senza contare che la coltura artificiale dei tessuti ha costretto all’adozione di varietà ibride dalla maturazione più rapida che hanno soppiantato le tipologie tradizionali. La situazione è ulteriormente aggravata da una scarsa conoscenza della banana mutahato e delle sue proprietà nutrizionali.
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