L’ añu (Tropaeolum tuberosum) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Tropaeonolacee, alta da 20 a 80 centimetri, interessante soprattutto per I suoi tuberi commestibili. I tuberi, dalla consistenza sabbiosa, possono essere di forma affusolata, conica o allungata e di vari colori, generalmente gialli con occhi nerastri o arancioni. Forma e colore sono utilizzati per distinguere le diverse varietà, che sono tutte buone fonti di carboidrati e proteine. La pianta è semplice da coltivare, in quanto cresce su suoli poveri, non ha bisogno di pesticidi e fertilizzanti, resiste al gelo e nel suo stato naturale repelle insetti e vermi. I tuberi si raccolgono a mano dai 6 agli 8 mesi dopo la semina e si possono conservare fino a 6 mesi in luoghi freschi e ventilati. Possono anche essere riposti sotto terra ed estratti al bisogno. I tuberi appena raccolti sono amari, perciò il consumo fresco è molto limitato, ad eccezione delle popolazioni indigene. La cottura li migliora. Si consumano generalmente cotti, congelati e immersi nella melassa. Occasionalmente si possono anche usare per addensare le zuppe o anche nel wathia (cotti sotto il sole caldo per diversi giorni). All’añu sono attribuite proprietà afrodisiache e medicinali per fegato e reni. Si usa come detergente, per curare le malattie veneree, ferma il sanguinamento e cura ferite interne ed esterne. Ha un alto contenuto di carboidrati (11% del tubero fresco) e acido ascorbico. Le proteine possono variare tra il 6,9% e il 15,9% del tubero secco. Il maggior componente delle tropaeolacee sono i glucosinolati, che potrebbero essere il motivo degli usi medicinali della pianta. Infine, anche i suoi germogli e fiori possono essere cotti e consumati come verdura. L’ añu è stato addomesticato sulle Ande migliaia di anni fa, ne sono la prova alcune rappresentazioni su ceramica. Da quel momento in poi è sempre stato parte della dieta delle popolazioni andine. La sua area di coltivazione d’origine si estende dal Messico meridionale attraverso tutto il Sud America, ed era un ortaggio comune per le popolazioni indigene. Ma con il tempo il suo consumo è calato sempre di più. Uno degli aspetti più evidenti di ciò è la perdita della conoscenza di questo prodotto, in particolare tra le nuove generazioni. L’ añu contribuisce alla biodiversità dei tuberi coltivati sulle Ande, ma il suo futuro è incerto perché le sue qualità di resistenza, tolleranza a malattie e parassiti, buona resa e bassi input per la coltivazione non sono sufficienti a controbilanciare la mancanza di interesse nel mercato. La pianta è infatti solamente coltivata in piccoli lotti, o come confine intorno ad altre coltivazioni come le patate. Oggi cresce nella zona compresa tra la Colombia e l’Argentina settentrionale, e non si trova generalmente sul mercato.
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