Dalla testa alla coda: il quinto quarto gourmet di Vittoria Tassoni

Vittoria Tassoni non è una cuoca come le altre: innanzitutto perché non ha mai fatto della cucina il proprio posto di lavoro principale, e poi perché a guidarla sono essenzialmente le tradizioni del luogo in cui è nata, la Maremma laziale.

È una chef itinerante, fa parte dell’Alleanza Slow Food dei cuochi ed è una dei protagonisti di In cucina con Slow Food, a lezione coi cuochi dell’Alleanza, il ciclo di dieci videolezioni di Slow Food Italia per imparare i segreti ai fornelli dei cuochi che fanno parte della rete di Slow Food. 

La sua lezione, intitolata Dalla testa alla coda: il quinto quarto gourmet di Vittoria Tassoni, è in programma sabato 4 dicembre alle ore 11. Per prenotare un posto c’è tempo fino al 27 novembre: fate in fretta! 

Nell’attesa di accomodarci e scoprire che cosa Vittoria ha in serbo per noi, l’abbiamo raggiunta telefonicamente chiedendole di raccontarsi. «Sono una food blogger, nasco come una appassionata di cucina – esordisce lei – ma nella vita ho sempre fatto un’altra cosa, la caposala in sala operatoria all’ospedale di Tarquinia».

Un patrimonio da salvare

E questa passione in cucina, allora, da dove arriva? Per capirlo occorre fare un salto indietro nel tempo, fino al momento della scomparsa della nonna di Vittoria: al dolore per la scomparsa della donna si aggiunge la consapevolezza che, con lei, rischiava di andarsene anche un patrimonio culinario fatto di conoscenze, di tradizioni, di esperienze da sempre tramandate per via orale: «Mia nonna è morta e di lei non rimanevano nemmeno le ricette – prosegue Tassoni -, così ho cominciato a chiedere agli anziani di Tarquinia, la città in cui vivo, di condividere con me i loro segreti in cucina. Andavo nelle loro abitazioni, li fermavo nei parchi e nelle strade… In poco tempo ho raccolto così tante ricette da farci un libro». E il libro, in effetti, l’ha pubblicato per davvero: s’intitola Il mirandò, vivere e mangiare nel borgo vecchio (scritto insieme a Giovanni Chiatti) ed e, racconta lei, «una sorta di ricettario che però non contiene solo preparazioni: all’inizio di ogni ricetta, infatti, c’è un testo, una spiegazione che s’incunea tra la storia e la cultura per raccontare il significato di un luogo». 

Vittoria Tassoni

Il quinto quarto, parola d’ordine: zero sprechi

Nel frattempo, nella vita di Tassoni sono successe tante altre cose: l’incontro con Slow Food, gli studi – un master in Cultura gastronomica e il secondo diploma alberghiero -, l’avvio del suo blog vittoriaincucina.it dove pubblica le sue ricette, i corsi di cucina organizzati di persona o in video, l’ideazione di Divinmangiando, la gara enogastronomica che ogni anno si svolge a Tarquinia nei giorni della manifestazione DiVino Etrusco. Ora che si avvicina la pensione – «a fine anno smetterò di lavorare in ospedale» racconta – avrà più tempo libero: «La passione per la cucina richiede molto tempo, cosa che io finora non ho mai avuto. Dai prossimi mesi, però, potrò dedicarmi di più ai fornelli e… ho l’impressione che lavorerò ancor più di quanto fatto finora!».

Protagonista della videolezione di Vittoria Tassoni di In cucina con Slow Food, a lezione coi cuochi dell’Alleanza è il quinto quarto, cioè le parti dell’animale oggi ritenute meno nobili: in vista dell’appuntamento del 4 dicembre, Tassoni ha scelto di concentrarsi su fegato e diaframma, «perché sono dei pezzi che è possibile reperire in tutta Italia, a differenza di altre frattaglie che fanno parte più tipicamente della cucina laziale. Il diaframma, in particolare, viene usato pochissimo e tutt’al più finisce nel macinato – prosegue Vittoria – ma in realtà si tratta di un pezzo ricco di ferro, tenerissimo e che andrebbe rivalutato». Una scelta, quella di utilizzare le frattaglie in cucina, che non va soltanto nella direzione di ampliare il ventaglio di pietanze da portare in tavola, ma soprattutto verso la maggiore sostenibilità del sistema alimentare: minori sprechi e maggior rispetto verso l’animale. Con un’idea ben chiara in testa, conclude Tassoni: «Meno carne si consuma meglio è». 

Per scoprire la posizione di Slow Food sul consumo di carne, racchiuso nello slogan “Mangiamo meno carne, di maggiore qualità”, consultate la pagina Slow Meat.

In cucina con Slow Food: il progetto

In cucina con Slow Food, a lezione coi cuochi dell’Alleanza è il format di Slow Food Italia che affianca alla tecnica delle lezioni di cucina tutta l’esperienza, i valori e la conoscenza degli chef dell’Alleanza Slow Food dei Cuochi. Dieci appuntamenti online con i nostri cuochi, altrettanti momenti di scoperta del meglio della gastronomia territoriale italiana: dieci occasioni per coglierne e apprenderne metodi e ricette, per cimentarsi in cucina seguendo i consigli di donne e uomini che ogni giorno propongono ai propri clienti un viaggio nella storia e dei sapori.

In cucina con Slow Food come funziona

Dopo aver acquistato la lezione (al costo di 20 €, ridotti a 16 € per i soci Slow Food), si riceverà tramite e-mail una dispensa che comprende diversi approfondimenti rispetto al tema principale del corso, oltre che alcune informazioni indispensabili per la perfetta esecuzione della ricetta.

I partecipanti riceveranno l’indicazione degli ingredienti da acquistare e le attrezzature necessarie. Oltre alla dispensa in formato digitale, verrà recapitato a domicilio un kit contenente 1 grembiule di cotone rosso prodotto da Arcobaleno (dimensioni 150 x 72 cm, con tasca sul davanti e il logo di Slow Food ricamato), 2 pacchi di pasta da mezzo chilo del Pastificio Di Martino, 2 lattine di acqua San Bernardo e un libricino di Slow Food In Azione.

A cura di Marco Gritti
m.gritti@slowfood.it

 

In cucina con Slow Food, a lezione coi cuochi dell’Alleanza è pensato insieme al Pastificio Di Martino, con la collaborazione di Acqua S.Bernardo e il sostegno di Arcobaleno in cucina.

Torna all'archivio