La storica dimora della famiglia Spigaroli, a Polesine Parmense, si prepara ad ospitare la IX edizione della Notte dei Culatelli. L’ormai tradizionale serata di gala si terrà infatti martedì 22 luglio nell’Antica Corte Pallavicina, unico castello quattrocentesco rimasto in Italia a ridosso del Po e sapientemente trasformato in un prestigioso Relais.E ancora una volta la famiglia Spigaroli ha deciso di rinnovare il suo impegno verso i 10.000 orti in Africa e le attività della Fondazione Slow Food.
Nel suggestivo cuore della Bassa Parmense ci siamo quindi fatti raccontare direttamente dallo chef Massimo Spigaroli una tradizione di famiglia che parte da lontano.
Nato in una terra di sapori e prodotti enogastronomici unici, proprio come il Culatello di Zibello (Presidio Slow Food), come è iniziata la sua passione per la cucina?
Ho sognato fin da bambino di diventare cuoco e, devo ammetterlo, sono stato fortunato: avevo a mia disposizione un bellissimo podere dove coltivare prodotti di qualità e una famiglia con antiche tradizioni culinarie. Fin da ragazzo, ho potuto sperimentare in cucina e lavorare nei migliori cinque stelle nazionali e internazionali, partecipando a importanti concorsi gastronomici. Il ruolo e i valori della mia famiglia sono stati fondamentali nel mio cammino e mi hanno permesso di farmi portavoce del mio territorio e dell’eccellenza italiana.
Il culatello, uno tra i salumi più nobili della norcineria italiana, è il vostro prodotto di spicco. Perché avete scelto di dedicare a questo prodotto la “Notte dei Culatelli”?
In realtà, il Presidio e la serata di gala, hanno due origini diverse. Il Presidio è nato per tutelare la produzione più eccellente di questo prodotto, che si distingue per la lunga e delicata tecnica di lavorazione e per le parti pregiate utilizzate. Nonostante, infatti, oggi sia uno degli insaccati più noti e celebrati, sul mercato arrivano molti prodotti di bassa qualità e soltanto poche migliaia di pezzi l’anno sono realmente prodotti dal Presidio, secondo tradizione. In un certo senso, il Presidio Slow Food è un’ulteriore garanzia di qualità che va ad affiancarsi al nostro marchio. La serata di gala invece è nata per esaltare questo capolavoro enogastronomico e per condividere la nostra fortuna: per storia e produzione possiamo infatti dichiararci avvantaggiati ed è giusto che la buona sorte venga celebrata mettendola a disposizione di chi ne ha più bisogno.
È per questo quindi che durante la serata verrà riconfermato il vostro importante impegno a favore della Fondazione. In particolare l’Antica Corte Pallavicina ha dimostrato grande sensibilità nei confronti del progetto dei 10000 orti in Africa. Perché avete scelto il continente africano?
Durante la serata verranno raccolti fondi per sostenere il progetto della Fondazione e per aiutare diverse comunità africane a realizzare orti buoni, puliti e giusti. Come già detto da Papa Francesco e come sostenuto da Carlo Petrini, il fatto che quasi un miliardo di persone nel mondo sia mal nutrita o soffra la fame non è solo una questione di sfortuna o di destino, è una questione di scelte e di responsabilità. Per questo, quando la Fondazione ci ha parlato del progetto abbiamo scelto di sostenerlo immediatamente: è giusto, anzi doveroso, cercare di favorire il naturale diritto al cibo di qualunque essere umano e il progetto del 10000 orti non solo offre aiuto alle popolazione africane, ma anche un orgoglioso riscatto che permette loro di diventare protagonisti del proprio territorio e della propria indipendenza alimentare.