Sette Presìdi Slow Food e un modello alternativo di agricoltura. In un video, Slow Food va alla scoperta dei Paesi Baschi francesi e dei suoi produttori…
I Paesi Baschi francesi sono racchiusi tra il Golfo di Biscaglia e i Pirenei, tra le cittadine costiere di Bayonne e Biarritz, i massicci di Iraty e i dolci pendii della Vallée des Aldudes, a soli 40 chilometri da Pamplona e il confine con la Spagna. Percorrendo le strade sinuose, tra boschi e campi coltivati, i segni identitari della cultura basca sono forti: fattorie e case dal caratteristico colore bianco con le imposte rosse (e sono le fattorie a dare il nome alle famiglie che vi abitano), conchiglie in pietra a indicare ai pellegrini il cammino verso Santiago de Compostela, chiese al centro del villaggio e, poco distante, il fronton dove giocare alla pelota, la palla basca.
E, proprio qui, è custodita un’incredibile biodiversità: razze locali, varietà autoctone, trasformazioni tradizionali (come il sidro di mele), formaggi a latte crudo, … Prodotti identitari, simbolo che un altro modello di agricoltura è possibile. La ricetta è semplice e a raccontarcela in un video sono i produttori coinvolti nel progetto Amalur (Terra Madre, in basco), nato dopo l’incontro con la rete mondiale di Slow Food e Terra Madre.
«Quando uno è militante dell’identità basca come lo sono io», spiega Christian Aguerre, un passato da cooperante, un presente da allevatore di maiali baschi del Kintoa «si è necessariamente militanti della biodiversità culturale in Francia e nel mondo. Ed è ciò che facciamo anche in agricoltura: coltiviamo le differenze che sono la nostra storia, il nostro patrimonio».
Sì perché di fronte alla specializzazione, Christian e i suoi colleghi hanno scelto la diversificazione. Di fronte alla produzione intensiva, hanno scelto la decrescita: vendere esclusivamente ciò che l’azienda può produrre e limitare le quantità per non saturare il mercato. Di fronte alle razze e alle varietà più produttive, hanno scelto maiali, pecore, vacche, mele, ciliegie che da sempre sono state coltivate e che si sono adattate a questi territori, a questo clima. Di fronte all’isolazionismo hanno scelto di collaborare e hanno dato il via a un forte associazionismo (nato anche, va detto, dal tradizionale spirito militante della regione e dalla spinta identitaria) e a progetti come Idoki, un marchio e una carta per i produttori fermiers. I circa cento aderenti a Idoki sono agricoltori di mestiere, seguono disciplinari di produzione sostenibili, si impegnano ad autolimitarsi nella produzione e nella dimensione delle proprietà per permettere anche ad altri di lavorare, e sono al massimo in quattro per ogni fattoria. Trasformano direttamente i prodotti coltivati e garantiscono la vendita di almeno il 50% in fattoria, nei mercati locali o presso i negozi Idoki.
Oggi sette dei loro prodotti tradizionali sono diventati Presidio Slow Food: le antiche varietà di ciliegie di Itxassou, il maiale basco del Kintoa, i formaggi d’alpeggio dei Pirenei baschi, l’agnello di razza manex tête noir, il mais grand roux, il peperoncino dolce e le antiche varietà di mele per la produzione di sidro. Sono contadino qui nei Paesi Baschi, allevatore e produttore di formaggio. «I nostri problemi sono comuni a tutto il mondo», spiega Jean Bernard Maitia, allevatore di pecore manex tête noir e casaro. «Penso che la miglior soluzione per risolverli sia di condividerli e capire insieme come fare a risolverli». E ne sono esempio i produttori di ciliegie riuniti nell’associazione Xapata o gli allevatori di maiale della Vallée des Aldudes che hanno dato vita al collettivo Bélaun, luogo di vendita e trasformazione collettiva.
«L’obiettivo finale è adattare il proprio sistema agricolo all’ecosistema», conclude Jon Harlouchet, coltivatore di mais grand roux basque «conciliando ciò che propone il paese, il paesaggio, il clima, il suolo, fare con ciò che propone l’azienda fino a che non si trova un equilibrio. Pe me la terra è un’opportunità e va trasmessa con tutto il suo capitale, come l’ho ricevuta».
Il video Terra e libertà è a Expo!
Scopri la mostra sulla biodiversità all’interno del padiglione Slow Food.
Ci trovi al fondo del decumano, segui la chiocciola!
Scopri i sette Presìdi, guarda le foto!