L’Iftar è il momento serale nel quale i musulmani interrompono il digiuno durante il mese di Ramadan. Ed è in quest’occasione che Sara El Sayed – consigliere internazionale di Slow Food per l’Egitto – e un gruppo di soci di Slow Food hanno pensato per sensibilizzare la propria comunità.
Nel villaggio di Abousir, a circa 12 chilometri da Giza nei pressi del Cairo, durante il periodo dell’iftar, sono stati cucinati esclusivamente prodotti biologici, alcuni dei quali presenti sull’Arca del Gusto, come il pollo bigawi.
I piatti sono stati cucinati a quattro mani: da un lato cuochi di città, dai gusti moderni; dall’altro le donne del villaggio, custodi delle ricette tradizionali dei piatti. Dall’incontro è nato un menù ricco di frutta e verdure, tra cui cuscus con petto di pollo fritto, verdura alla griglia con succo di albicocca, in un alternarsi di dolce e salato tipico di questi pranzi.
La straordinaria idea di questo Iftar ha visto a tavola oltre 140 persone di ogni strato sociale, mondo rurale e quello cittadino ma anche la presenza di persone cristiane, stranieri e turisti a dimostrazione che la condivisione del cibo è un importante elemento facilitatore di dialogo e di conoscenza reciproca.
«Volevamo porre l’accento sul fatto che un mondo di dialogo è possibile», dice Sara El Sayed. «Basta avere coraggio verso il cambiamento e l’apertura mentale. Ho visto l’emozione dei presenti quando c’è stato il richiamo alla preghiera dell’imam per indicare la conclusione del digiuno. E ho visto la curiosità e la voglia di sapere».
E la voglia di riproporre questa iniziativa, anche in altre regioni è tanta. «Sarebbe bello dargli il nome di Slow Iftar», conclude Sara. Chissà…