Non solo spiagge fin troppo note ai più con le tipiche località di mare: la Costiera amalfitana è fatta anche e soprattutto di comunità e piccole produzioni artigiane che difendono questo paradiso dall’abuso e testimoniano l’esistenza di un patrimonio enogastronomico che ci rende orgogliosi.
Con questa consapevolezza e con il desiderio di creare una rete di autenticità locali nascono gli itinerari Slow Food Travel, progetto che punta a incoraggiare il viaggiatore a immergersi con la mente e con l’anima in uno dei luoghi più meravigliosi del nostro Paese sperimentando una fruizione ‘altra’ della Divina Costa entrando in contatto diretto con produttori, contadini, artigiani e ristoratori. Quanti dunque vivono e valorizzano questo territorio ogni giorno.
Slow Travel e la Divin Costiera: un inedito legame
Potrà sembrare una meta anomala per fare esperienza del “viaggio lento”, ma in realtà questa regione nasconde una grande varietà di ecosistemi: dalle scogliere alle alture ai terrazzamenti eroici, che hanno trasformato una terra aspra e selvaggia in un giardino dall’eden verticale. Una terra la cui bellezza si regge su equilibri fragilissimi.
Ne troviamo alcuni esempi con l’azienda agricola Reale e la Cantina Tagliaferro, due delle principali imprese dell’entroterra di Tramonti. Queste realtà, immerse nelle splendide valli dei Monti lattari, custodiscono vitigni rari, autoctoni e ultracentenari. E qui portano avanti l’arte della viticoltura campana con l’intenzione di comunicare all’esterno l’enorme potenziale che la terra racchiude.
Passando per la vivace Vietri sul Mare e buttando l’occhio alle ceramiche illustrate di Elisa D’Arienzo arriviamo a Cetara, borgo reso noto da un Presidio Slow Food, la Colatura tradizionale di alici. Discendente dal garum romano, questo liquido ambrato cola dalle botti in cui sono conservate e maturate le alici pescate nel golfo per un minimo di 6 mesi. Un procedimento frutto di tanta pazienza ma anche di un’antica tecnica che la Fabbrica Nettuno conosce bene. L’azienda, specializzata fin dal 1950 nella trasformazione del pescato locale, ha fatto della lavorazione dei filetti di alici un’arte, fin dai tempi in cui questi venivano distribuiti in bicicletta.
Per assaggiare altri prodotti tipici locali basta allungarsi a Minori e fare una ‘capatina’ da Il Pastaio di Marco Della Pietra o risalire verso Ravello e sostare al Caseificio Staiano, dove si parte dal latte e dalla cagliata fresca dei Monti Lattari per dare vita a ricotta, caciocavalli, pecorini e caprini. Non dimentichiamoci dei famosi limoni della costiera: a occuparsene e a diventarne esperto è Valentino Esposito a Positano con la sua Valentì, e insieme a lui preparare il limoncello e il mandarineto con la ricetta di mamma Emilia.
All’Agricola Fore Porta, invece, l’idea di abbinare l’agricoltura al turismo viene da lontano. L’azienda agrituristica biologica a conduzione familiare situata nel cuore della Valle delle Ferriere, prende vita dal nonno Luigi, che ritornato dall’Inghilterra agli inizi degli anni ’70, acquistò il fondo Petralata dove ha profuso tutto il suo impegno nella coltivazione di prodotti sani e genuini. Oggi al Fore Porta è possibile trovare una testimonianza rarissima della flora preglaciale. Ne è un esempio la felce gigante Woodwardia radicans, che solo nella Valle ha trovato l’habitat adatto per sopravvivere. Ma la vera punta di diamante non può che essere il limone di Amalfi, ovvero lo Sfusato Amalfitano IGP, caratterizzato dalla buccia color oro e dalla ricchezza di oli essenziali.
Slow Food Travel: quando il viaggio porta appetito
Nel nostro percorso sarebbe impossibile sorvolare su coloro che ,forse più di altri, sono i veri custodi dell’identità e della cultura enogastronomica della Costiera, ovvero i ristoratori. Se passeggiate per Maiori, potete far tappa al ristorante Pineta 1903 che qui è un’istituzione, e dal 2015 ha sposato la filosofia Slow Food nella salvaguardia dei piccoli produttori e della biodiversità locale. Prova ne é il menù stagionale che racchiude molteplici Presidi e prodotti dell’Arca del gusto, nonché piatti persi e recuperati, come i Birboni, antichissima pasta amalfitana condita con le olive caiazzane Presidio Slow Food.
Condivide un passato storico e la stessa attenzione per materie prime e tradizione anche l’Hostaria di Bacco, che la famiglia Ferraioli gestisce dal 1930 con passione e competenza tra i pergolati e le scalinate del borgo di Furore. Qui sono emblematici i “Ferrazzuoli” che la grande Anna Magnani veniva a gustare nel periodo in cui girò il film “L’amore” insieme all’innamorato Roberto Rossellini. Non poteva mancare una cantina molto ricercata realizzata all’interno di una vecchia cisterna, in cui spicca il “Fiorduva”di Marisa Cuomo. Prova che da quei fragili e magici equilibri su cui poggiano le viti di Furore, possono nascere capolavori.
Una volta arrivati ad Amalfi non fatevi troppo tentare dal bagnasciuga e dai soliti locali turistici, ma addentratevi nel Museo della Carta, un’antica cartiera del XIII secolo che offre ai visitatori la magia di tornare indietro nel tempo e di sperimentare antiche tecniche e macchinari, come magli in legno e presse settecentesche.

Se aspirate a unire nel vostro viaggio cultura, natura e gastronomia, allora il Gastronomic Trekking fa al caso vostro. Un format ideato da Giacomo Miola, esperto nella progettazione di esperienze gastronomiche e proprietario insieme ai due fratelli del Colle d’Ara nel piccolo villaggio di Montepertuso, Giacomo, con l’aiuto del padre, è riuscito a realizzare la sua passione offrendo agli ospiti l’opportunità di vivere la sua terra attraverso escursioni agricole e corsi di cucina. A chi vuole vivere appieno l’esperienza della passeggiata alla scoperta del borgo, dei suoi contadini e della tradizione gastronomica, suggeriamo la formula Walk, cook and eat mentre se non vi va di mettervi ai fornelli, la Walk and eat sarà più che sufficiente e il padrone di casa vi guiderà alla scoperta dei gusti, dei sapori e degli odori tipici della Costiera.
Storie di donne e uomini che preservano identità, culture e tradizioni gastronomiche del territorio. Grazie a loro, ogni tradizione può diventare un’esperienza turistica unica. Lasciati condurre da Slow Travel e condividi con noi la tua.
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