La sera del 16 maggio a Huehuetenango è stato assassinato Luis Armando Maldonado Marin, animatore di associazioni contadine di base in Guatemala e referente del Presidio Slow Food del caffè delle terre alte di Huehuetenango. Nelle sole ultime due settimane in Guatemala sono stati uccisi altri tre leader di organizzazioni che lavoravano per la difesa dei diritti umani.
«Le notizie che arrivano dal Guatemala sono sempre devastanti, sia dal punto di vista emotivo che dal punto di vista etico», commenta Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus. «Ci fanno capire come sia difficile laggiù lavorare e vivere rispettando dei canoni di sostenibilità e di equità. Questa notizia ci colpisce in maniera particolare in quanto va a toccare il cuore del nostro Presidio. Mi auguro che tutto continui, che ci saranno altre persone che prenderanno questa eredità difficile, ma certamente ogni volta che c’è un colpo così grave diventa anche improbabile che qualcuno voglia assumersi i rischi con tutte le paure che ci sono, ed è questa la preoccupazione più grossa. L’altra preoccupazione è stare vicini alla famiglia, che ha avuto una perdita enorme dal punto di vista culturale e dal punto di vista della sostenibilità finanziaria».
«La lotta per la terra delle comunità indigene contro l’invasione delle coltivazioni di palma sulla costa e per l’uso delle risorse idriche per la generazione di energia elettrica nell’interno sono regolati con la repressione giudiziaria e l’omicidio dei leader», denuncia Marco Ferrero, presidente di Pausa Café, cooperativa sociale torinese di torrefazione con cui Slow Food ha avviato il Presidio del caffè di Huehuetenango e il progetto del marchio dei caffè dei Presìdi Slow Food. «Luis Maldodonado ha dimostrato al prezzo della vita che le comunità di produttori organizzate possono diventare protagoniste in una storia centenaria che le ha viste escluse dai frutti del loro lavoro a vantaggio di gruppi oligarchici privi di scrupoli».
Esperto conoscitore del mondo del caffè, Luis ha iniziato il suo percorso nel mondo del caffè lavorando nell’ufficio della pastorale della terra di Quetzaltenango e ha dedicato la propria vita alla promozione dei piccoli produttori di caffè del Guatemala, collaborando con organizzazioni locali e internazionali, come Oxfam, Pausa Café, Slow Food (per cui ha avuto un ruolo centrale nella creazione del Presidio del Caffe delle Terre Alte di Huehuetenango). Nel 2014 ha fondato l’ Associazione dei Caffé del Guatemala Asdecafe , che in pochi anni è stata capace di raggruppare nove organizzazioni di base. Asdecafe ha avviato una politica di commercializzazione innovativa, fondata sull’equa distribuzione dei redditi generati ai produttori e sull’attenzione alla qualità attraverso servizi ai produttori in tutte fasi della produzione del caffè, sulla sostenibilità ambientale e sociale; pratiche che ne hanno decretato il successo, giungendo a esportare nel 2017 oltre 30 container di caffé certificati, negli Stati Uniti, in Canada ed in Europa. Numeri significativi in un paese dove l’ uccisione di un uomo costa meno di 800 dollari.
Slow Food e Pausa Café chiedono con forza che il suo assassinio non resti impunito.