Lizet Bautista Patzi si definisce una donna indigena, cuoca e membro degli Aymara, un popolo che vive prevalentemente nelle vicinanze del lago Titicaca, localizzato tra il Perù, la Bolivia, il nord del Cile e il nordest dell’Argentina.
Dopo aver partecipato a ITM Pueblos de América 2020 in Messico, Lizet ha aumentato il suo attivismo nella rete Slow Food partecipando a diverse formazioni e attività di promozione e difesa del suo patrimonio alimentare. Nel 2021, viene selezionata per partecipare alla Escuela Global de Liderazgo de Mujeres Indígenas organizzata dal Forum Internazionale di Donne Indigene (FIMI).
Grazie a questo percorso, Lizet ha migliorato le sue conoscenze relative ai diritti dei popoli e delle donne indigene, acquisito strumenti di advocacy a livello internazionale e messo a punto un suo progetto comunitario “Semillas de Vida”, che è stato selezionato e finanziato da FIMI.
Il suo progetto si centra nella protezione e valorizzazione della Ajara, un prodotto a rischio della comunità, e nella sensibilizzazione dei contadini e delle contadine per quanto riguarda l’introduzione di sementi modificate, prodotti di sintesi e la sicurezza e sovranità alimentare.
La Ajara è una pianta annuale erbacea di 30 -100 centimetri, ricca di fibre e con un indice glicemico basso ma allo stesso tempo molto energetica. Si tratta di uno pseudocereale che può essere immagazzinato per la conservazione, quindi può essere consumato tutto l’anno, garantendo così la sostenibilità alimentare nelle regioni in cui viene coltivato.
Si consuma tradizionalmente nel pito (ajara polverizzata), e le sue foglie tenere sono anche usate in insalate e zuppe. I grani lavati e macinati possono essere utilizzati in ricette come la “kispiña negra” (biscotto andino in Aymara).
Uno dei piatti tradizionali della gente dell’Altopiano, nelle stagioni piovose e invernali, è la Lawa de Ajara, che, oltre a nutrire, aiuta anche a tenere caldo. La comunità ha condiviso con il movimento Slow Food questi saperi nel tentativo di proteggerli e di proteggere questa pianta.
Però questo patrimonio va tutelato e protetto dai grandi interessi commerciali che potrebbero replicare sistemi poco virtuosi per le comunità, come quanto successo con la quinoa e altre superfood “scoperte” dall’occidente. Difatti, la comunità si sta attrezzando, ed il primo passo di Lizet è stato l’aver creato consapevolezza sull’importanza di questa pianta e della sua tutela da parte della comunità.
Grazie a Lizet, una giovane donna Aymara e una cuoca, oggi la Ajara è parte dell’Arca del Gusto di Slow Food, un progetto che si impegna ad individuare prodotti in via di estinzione e crea le condizioni adatte per proteggerli e salvaguardarli.
E ha iniziato un effetto a catena: la sua comunità ha fondato una Comunità Slow Food per difendere questo prodotto e per diffondere ad altre comunità vicine i principi e la filosofia del movimento Slow Food e della Rete Slow Food dei Popoli Indigeni.