Salviamo i prati stabili e i pascoli
Non tutti i prati sono uguali…
Molti dei prati che vediamo intorno a noi sono seminati, spesso con una sola essenza. I prati stabili invece sono naturali e ricchi di decine di erbe diverse, addirittura cento in alta montagna.
Hanno bisogno comunque del lavoro dell’uomo: devono essere curati, sfalciati o pascolati. Ma i loro migliori custodi sono gli animali a quattro zampe: bovini, pecore, capre e gli insetti: api, farfalle, vespe, coccinelle…
Negli ultimi sessant’anni ne abbiamo persi tantissimi: perché le montagne si sono spopolate e perché monocolture e cemento hanno invaso le pianure.
Li vogliamo salvare perché…
- sono oasi di biodiversità: di erbe, arbusti, insetti, uccelli e altri piccoli animali selvatici
- sono importanti per la salute: il latte di animali nutriti con erba e fieni di prati stabili è ricco di vitamine e altri antiossidanti, soprattutto di omega-3
- mantengono l’equilibrio del territorio: dove c’è un prato ben gestito, è più difficile che divampi un incendio o che si formino slavine
- fanno bene agli animali: brucare le erbe preferite, sdraiarsi a ruminare, migliora il loro benessere
- sono serbatoi di carbonio: non lo rilasciano facilmente, neppure se scoppia un incendio, perché lo trattengono nelle radici
- sono un patrimonio culturale: prati e pascoli sono legati alla cultura pastorale e al suo patrimonio di saperi
- sono un’opportunità economica: dai prati stabili si ottengono prodotti di eccellenza
- e poi, sono colmi di bellezza: sono importanti per conservare i paesaggi, una parte importante della cultura e dell’identità delle comunità locali
Slow Food lancia un progetto di valorizzazione delle produzioni ottenute su prati stabili che coinvolgerà gli allevatori delle pianure, incoraggiandoli a riconvertire i terreni sfruttati dalle monocolture, e gli allevatori che custodiscono le praterie sulle montagne, sugli altipiani, sulle colline, nelle aree più marginali, riconoscendo e valorizzando il loro prezioso lavoro di conservazione ambientale.
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