Uva Madrasa

Presidio Slow Food

Azerbaijan

Vino e vitigni

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Uva Madrasa

La Madrasa (o Matrasa) è un vitigno locale che prende il nome dal comune di Mədrəsə, nella regione azera di Shamakhi, oggi Shirvan. Oggi la varietà viene coltivata in alcuni villaggi nei distretti di Shamakhi e Ismailli, a quote comprese tra i 700 e gli 800 metri sopra il livello del mare. Di norma i piccoli produttori riservano alla varietà una parte delle loro vigne, perlopiù destinando il prodotto all’autoconsumo. I distretti di Shamakhi e Ismailli sono zone in prevalenza montagnose, fino ai 3629 metri di quota del Babadag. Il paesaggio è altamente differenziato, dalla steppa ai boschi, passando per i prati ai piedi delle zone collinari, e anche il clima può variare molto in funzione dell’orografia e dell’estrema vicinanza del Mar Caspio. Per via della loro collocazione geografica queste regioni vitivinicole azere si trovano esposte a climi anche molto diversi, ora secchi, ora molto freddi e umidi, per cui le varietà locali sono necessariamente molto rustiche e robuste.
Il vino di Madrasa appartiene al retaggio atavico dell’antica tradizione vitivinicola azera. In quella zona la produzione di vino è un’attività che vanta migliaia di anni di storia, come attestano diversi reperti archeologici, a partire da certe anfore con resti di vino risalenti al secondo millennio a.C. Lo storico greco Strabone, che visita l’Azerbaigian settentrionale nel I secolo a.C., ha parlato di tale diffusione della vite che gli abitanti non riuscivano a vendemmiare tutto.
L’acino, di media taglia, presenta una forma leggermente allungata e cresce in grappoli di media densità dallo sviluppo conico. Nel corso della maturazione il colore passa da un rosa acceso a un blu scuro impreziosito da una spessa pruina cerosa. La buccia, piuttosto spessa, si fessura facilmente, mentre la polpa è verdastra, succosa e di gusto armonico.
I germogli della vite, poco fogliosa, hanno un colore verde chiaro quando sono giovani, ma assumono una tinta bruno-grigiastra con il passare del tempo. La Madrasa è una varietà piuttosto rustica, capace di resistere alle condizioni di siccità, ma risulta vulnerabile alle gelate. La vite viene perlopiù appoggiata a semplici strutture di pali e fili metallici. La potatura, che ha luogo in inverno, quando la pianta è in fase di quiescenza, presenta diverse tipologie secondo le tradizioni locali, ma l’obiettivo è sempre quello di mantenere la forma di allevamento originaria. Nella stagione produttiva la gestione del suolo si limita all’eliminazione della flora spontanea, senza manipolazioni invasive. Di norma il grappolo giunge a piena maturità sul finire di agosto e la vendemmia può attendere anche fino a settembre, a seconda della tipologia di vino che si intende produrre e dell’area di coltivazione. L’uva, vendemmiata a mano, viene convogliata nei magazzini, diraspata, spremuta e quindi lasciata macerare per circa dieci giorni in appositi tini di legno. Subito dopo il mosto subisce vari cicli di filtratura leggera a mezzo decantazione per eliminare le scorie, poi viene lasciato riposare per almeno due mesi e a quel punto è pronto per il consumo. Conservato in un luogo fresco in recipienti di legno, vetro o terracotta, il vino di Madrasa si conserva con mezzi naturali fino a due anni senza alterazioni degne di nota.
Gli acini, dal colore blu-nerastro, sono molto succosi e perlopiù si utilizzano come taglio in uvaggi a base di altre varietà. La Madrasa dà un vino rosso dal colore sontuoso, ma anche dei rosé dall’aroma agrumato, discretamente tannici. Il bouquet è ricco di note fruttate come la mora e le bacche selvatiche, con un finale lungo in bocca.

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Negli anni Settanta-Ottanta del Diciannovesimo secolo gli ettari piantati a Madrasa erano ben cinquantamila, ma quell’area si è drasticamente contratta nel secolo scorso. All’inizio del Ventesimo secolo buona parte della popolazione di Shamakhi praticava la viticoltura e Mədrəsə era il capoluogo regionale del vino. Dal 1985, però, oltre 130.000 ettari di vigne sono andati distrutti in tutto l’Azerbaigian sulla scia di una campagna contro l’alcol. Slow Food sostiene chi sta cercando di riprendere il filo di quella coltivazione o non ha mai smesso di praticarla, cooperando con i viticoltori per ricollocare il vino di Madrasa sul mercato. Oggi i piccoli produttori si vedono costretti a vendere l’uva a grandi società industriali che acquistano materia prima pagandola poco. Per tentare il rilancio hanno deciso di promuovere tecniche sostenibili, sia in termini agricoli che a livello di vinificazione, in modo tale da venire incontro alle esigenze del consumatore moderno tutelando al tempo stesso l’ambiente. Per cui l’uso di prodotti chimici di sintesi nelle vigne non è consentito, come pure l’impiego di lieviti industriali nella fase di fermentazione.

Area di produzione
Distretti di Shamakhi e Ismailli

Supportato da
Progetto COVCHEG finanziato dall’UE

Produttori dei villaggi di Melik Cobanli, Madrasa, Hajihatamli e Kalahana:

Sabir Mikayılov
Faiq Humbatov
Ali Mahmudov
Sevincek Muradov
Yasin Muradov
Sarvar Bayramov
Hasan Gocayev
Elchin İbrahimov
Shahmurad Samandarov
Elnur Binyatov
Sarvar Bayramov
Metleb Shabanov
Referente Slow Food
Etibar Muradli
etibar.muradli@gmail.com

Referente dei produttori
Emin Yusifov
Tel. +994553702266
Negli anni Settanta-Ottanta del Diciannovesimo secolo gli ettari piantati a Madrasa erano ben cinquantamila, ma quell’area si è drasticamente contratta nel secolo scorso. All’inizio del Ventesimo secolo buona parte della popolazione di Shamakhi praticava la viticoltura e Mədrəsə era il capoluogo regionale del vino. Dal 1985, però, oltre 130.000 ettari di vigne sono andati distrutti in tutto l’Azerbaigian sulla scia di una campagna contro l’alcol. Slow Food sostiene chi sta cercando di riprendere il filo di quella coltivazione o non ha mai smesso di praticarla, cooperando con i viticoltori per ricollocare il vino di Madrasa sul mercato. Oggi i piccoli produttori si vedono costretti a vendere l’uva a grandi società industriali che acquistano materia prima pagandola poco. Per tentare il rilancio hanno deciso di promuovere tecniche sostenibili, sia in termini agricoli che a livello di vinificazione, in modo tale da venire incontro alle esigenze del consumatore moderno tutelando al tempo stesso l’ambiente. Per cui l’uso di prodotti chimici di sintesi nelle vigne non è consentito, come pure l’impiego di lieviti industriali nella fase di fermentazione.

Area di produzione
Distretti di Shamakhi e Ismailli

Supportato da
Progetto COVCHEG finanziato dall’UE

Produttori dei villaggi di Melik Cobanli, Madrasa, Hajihatamli e Kalahana:

Sabir Mikayılov
Faiq Humbatov
Ali Mahmudov
Sevincek Muradov
Yasin Muradov
Sarvar Bayramov
Hasan Gocayev
Elchin İbrahimov
Shahmurad Samandarov
Elnur Binyatov
Sarvar Bayramov
Metleb Shabanov
Referente Slow Food
Etibar Muradli
etibar.muradli@gmail.com

Referente dei produttori
Emin Yusifov
Tel. +994553702266

Territorio

NazioneAzerbaijan

Altre informazioni

CategorieVino e vitigni