Kerkennah è un piccolo arcipelago composto da 10 isole, nel golfo di Gabes, davanti alla città di Sfax. Chiamato “il vivaio del Mediterraneo”, grazie alla presenza di posidonie che favoriscono la riproduzione dei pesci, il golfo subisce da anni una lenta erosione. Il suo emblema è la palma da dattero. Da secoli attività vitale per la popolazione locale, insieme alla pesca artigianale, oggi la palma da dattero è minacciata, perché sostituita da colture più redditizie come l’ulivo. Le foglie della palma da dattero in particolare, come altri materiali presenti sull’isola (come la terracotta o l’erba alfa alfa), utilizzati per il confezionamento degli strumenti di pesca, sono stati progressivamente rimpiazzati dalla plastica. A questo si somma la minaccia più grave che incombe sull’isola: il cambiamento climatico. Kerkennah è uno dei luoghi più vulnerabili del Mediterraneo: il suo clima è sempre più arido, il livello del mare si innalza e così le temperature. In questo contesto già delicato la pesca illegale al traino sta mettendo in pericolo la foresta di posidonie e i pesci diminuiscono inesorabilmente.
Simbolo della pesca artigianale sull’isola, la charfia è una sorta di labirinto fisso costruito allineando migliaia di foglie di palma, che grazie alle correnti indirizza i pesci verso le camere di cattura. Si tratta di un sistema di gestione unico in ambito marittimo arabo-musulmano: le famiglie dell’isola possiedono parcelle di mare adibite alla charfia e se le tramandano di generazione in generazione. Le charfia tradizionali sono rinnovate ogni anno e rispettano il periodo di riposo biologico necessario alla riproduzione dei pesci, contrariamente alle charfia “moderne”, in rete e struttura fissa, che possono rimanere in mare fino a tre anni consecutivi. Con le foglie palma si costruiscono anche le nasse (drina), trappole a doppio cono in cui pesci e polpi entrano ma dai quali difficilmente riescono a liberarsi. Altro metodo tradizionale di pesca dell’isola sono le gargoulettes, anfore in terra cotta tradizionalmente utilizzate per contenere acqua o vino, ma che a Kerkennah (e in alcune altre regioni costiere della Tunisia) sono sistemate in mare, poco lontano dalla costa e utilizzate come trappole per i polpi, che entrano per cercare rifugio ma non riescono più ad uscirne. Nasse e gargoulettes sono oggi sostituiti da equivalenti in plastica, abbandonati in mare una volta terminato il loro ciclo d’uso.
Con questi metodi tradizionali si catturano sparaglioni, saraghi fasciati o a testa nera, sarpe salpa, dorate, cefali musino, triglie, polpi, sogliole, spigole, tordi verdi, sciarrani… Chiunque abbia assaggiato il pesce catturato con la charfia concorda: è più buono, perché il pesce "aspetta", tranquillamente e senza ferite, il passaggio dei pescatori che lo raccolgono.
Questo gruppo di pescatori artigianali, con la creazione del Presidio, si è impegnato a utilizzare i metodi di pesca tradizionali e a integrare la pesca con l’agricoltura, prendendosi cura anche delle palme da dattero, perno dell'ecosistema dell'isola.
Area di produzione
Isole di Kerkennah, Tunisia
Presidio sostenuto da
Lighthouse Foundation
Neji Ezzedine
Hedi Ezzedine
Mohamed Ezzedine
Hafed Ben Moussa