Piccolo farro del Rif

Presidio Slow Food

Marocco

Cereali e farine

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Piccolo farro del Rif

Tra le montagne del Nord del Marocco, da secoli, le comunità locali coltivano una varietà di farro molto rustica: il piccolo farro del Rif (Triticum monococcum).
Questo territorio, conosciuto come Jbala, occupa la maggior parte del Rif occidentale e centrale. Si tratta di un’area remota e difficile da raggiungere, riconosciuta come “hotspot di biodiversità”, per l’impressionante concentrazione di varietà vegetali e animali, ma anche di culture.
Il farro è sempre stato alla base dell’alimentazione, ma anche dell’artigianato locale. Con il gambo lungo e resistente sono stati costruiti i tetti delle tradizionali case in pietra (oggi purtroppo realizzati spesso con lamiere). Alcuni villaggi sono ancora rinomati per l’arte di fabbricare selle per asini e cavalli imbottite di paglia di farro.
La coltivazione di questa varietà – che oggi è destinata prevalentemente al consumo familiare – non prevede l’uso di diserbanti e fertilizzanti e raramente ha bisogno di l’irrigazione. Le sementi sono prodotte dagli stessi agricoltori. Le spighe contengono piccoli grani gialli o color nocciola molto duri. La raccolta avviene tra la fine di luglio e l’inizio di agosto ed è tradizionalmente manuale. Le donne, con una falce, tagliano le spighe e le raggruppano in mazzetti. Terminata queste operazione, raccolgono gli sfalci rimasti nei campi per poter utilizzare la paglia. Oggi la raccolta si effettua anche con alcuni macchinari, ma in questo caso la paglia non può essere recuperata. A questo punto si passa alla decorticazione, effettuata sempre dalle donne. Questa operazione è talmente faticosa che il piccolo farro, localmente, è chiamato anche chqalia (che significa “il dolore è per me”). Per ottenere un kg di semi, serve circa un’ora di lavoro.
Il piccolo farro del Rif è ingrediente di diverse ricette tradizionali: con i chicchi si fanno zuppe, con la farina si preparano pasta (m’hamsa), pancakes (baghrir) e un pane dal sapore dolce di nocciola. Il farro tostato è anche usato come sostituto del caffè.

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Gli agricoltori hanno via via abbandonato questa varietà autoctona, per via della bassa resa, del ciclo di crescita molto lento (quasi un anno) e delle difficoltà di lavorazione. Nella zona si sono così diffusi grani ibridi ad alto rendimento e il piccolo farro, insieme ad altri cereali locali è oggi a rischio d’estinzione. La comunità Slow Food locale (Taounate Rhafsai) da anni sostiene i produttori che vogliono tornare a produrre farro (è stata messa a disposizione di tutti i produttori locali una macchina decorticatrice). Il Presidio, finanziato dalla Comunità Slow Food Il giardino di Roberta e dalla condotta Slow Food Colli del Valdarno Superiore, ha l'obiettivo di promuovere questa varietà antica, ma anche tutta la biodiversità locale.

Area di produzione
Villaggi di Bni Amar, Talilit, Betha, Hazdour, Al Mounia e Laanouniin, Comune di Kissane, Provincia di Taounate, Marocco

Sostenuto da
Comunità Slow Food Il giardino di Roberta
Condotta Slow Food Colli del Valdarno Superiore
Mohamed Tayeb Azennoud
Douar Bni Amar

Rachida Belkhadir
Douar Bni Amar

Souhad Azennoud
Douar Bni Amar

Said Berrada
Douar Talilit

Lyamoudi Abdellah
Douar Betha

Mohamed Khalfouni
Douar Hazdour

Mohammed Chillali
Douar Hazdour

15 produttori nei villaggi di Al Mounia e Laanouniin
Responsabile del Presidio
Souhad Azennoud
Presidente della Coopérative Ariaf Kissane
Tel. +212 676889030
sazennoud@gmail.com
Gli agricoltori hanno via via abbandonato questa varietà autoctona, per via della bassa resa, del ciclo di crescita molto lento (quasi un anno) e delle difficoltà di lavorazione. Nella zona si sono così diffusi grani ibridi ad alto rendimento e il piccolo farro, insieme ad altri cereali locali è oggi a rischio d’estinzione. La comunità Slow Food locale (Taounate Rhafsai) da anni sostiene i produttori che vogliono tornare a produrre farro (è stata messa a disposizione di tutti i produttori locali una macchina decorticatrice). Il Presidio, finanziato dalla Comunità Slow Food Il giardino di Roberta e dalla condotta Slow Food Colli del Valdarno Superiore, ha l'obiettivo di promuovere questa varietà antica, ma anche tutta la biodiversità locale.

Area di produzione
Villaggi di Bni Amar, Talilit, Betha, Hazdour, Al Mounia e Laanouniin, Comune di Kissane, Provincia di Taounate, Marocco

Sostenuto da
Comunità Slow Food Il giardino di Roberta
Condotta Slow Food Colli del Valdarno Superiore
Mohamed Tayeb Azennoud
Douar Bni Amar

Rachida Belkhadir
Douar Bni Amar

Souhad Azennoud
Douar Bni Amar

Said Berrada
Douar Talilit

Lyamoudi Abdellah
Douar Betha

Mohamed Khalfouni
Douar Hazdour

Mohammed Chillali
Douar Hazdour

15 produttori nei villaggi di Al Mounia e Laanouniin
Responsabile del Presidio
Souhad Azennoud
Presidente della Coopérative Ariaf Kissane
Tel. +212 676889030
sazennoud@gmail.com

Territorio

NazioneMarocco

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