Il peperone di Voghera ha forma cubica e quattro coste, a volte tre, e una di queste può essere un po’ più alta e uncinata. A piena maturazione, il colore è giallo, quasi arancione, ma è ottimo già qualche giorno prima, quando è verde chiaro. La buccia è sottile e la polpa è carnosa, consistente, poco acquosa, di sapore dolce e delicato, anche se può presentare note piccanti.
L’area lungo gli argini del Po, tra le province di Pavia e Alessandria, e in particolare il comune di Voghera, era nota per la coltivazione del peperone soprattutto negli anni dal 1920 al 1950. All’epoca, i terreni fertili, argillosi e ricchi di canali oltre il torrente Staffora, nella zona orientale di Voghera, erano ricoperti da orti e il mercato ortofrutticolo della città rappresentava il principale mercato di questo ortaggio. Apprezzato per la sua dolcezza, digeribilità e trasformazione in sottaceti, il peperone di Voghera ha avuto un importante sviluppo sul mercato non solo italiano, ma anche europeo e statunitense.
Agli inizi degli anni ’50 la diffusione della fusariosi e l’introduzione di altre varietà più produttive e adatte alla grande distribuzione ne ha compromesso la produzione, arrivando a mettere a rischio la sua esistenza. Alcuni appassionati hanno continuato a coltivarlo presso orti privati, specialmente in paesi limitrofi a Voghera, garantendo la conservazione della semente e la sopravvivenza dell’ecotipo.
Nel 2006 è iniziata la selezione del seme ritrovato, che ha consentito una piccola produzione negli ampi terreni pianeggianti, sabbiosi e ricchi di minerali lungo gli argini del Po.
Le piantine, ottenute dai semi scelti e conservati dai produttori del Presidio e messi a dimora a febbraio, si trapiantano in pieno campo o sotto serra da inizio aprile alla fine di giugno. La gestione delle erbe spontanee si esegue con teli pacciamanti e/o lavorazioni meccaniche e la difesa da malattie e parassiti si basa su buone pratiche agronomiche quali la rotazione colturale annuale, l’irrigazione a goccia, la fertilizzazione con ammendanti e concimi organici, l’uso di ombreggianti, reti antinsetto e prodotti a base di rame.
Il peperone di Voghera è precoce e può garantire fino a quattro cicli di raccolta manuale tra luglio e novembre. In cucina è molto versatile: si mangia crudo, si usa per preparare risotti, peperonate, sottoli, sottaceti – da abbinare a secondi piatti, in particolare al bollito – e anche dolci. Alcune famiglie usano ancora conservarlo sotto vinaccia, nelle damigiane, secondo l’antica ricetta vogherese.
Stagionalità
Si raccoglie tra luglio e novembre. Sotto forma di composte, sottaceti e sottoli è reperibile tutto l’anno.
La zona vicino alla confluenza dei torrenti Scrivia, Curone e Staffora nel fiume Po, che va dalla provincia di Pavia a quella di Alessandria.
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