Nella Turchia occidentale, ampi tratti della costa anatolica che si affacciano sul Mar Egeo sono ricoperti da ulivi selvatici, che l’uomo ha che l’uomo ha innestato, gestito e modellato nel corso dei secoli, dando vita ad habitat unici, nei quali il bestiame e la produzione di olio di oliva coesistono armoniosamente. Gli alberi e la raccolta delle olive sono gestiti dalle famiglie locali – proprietarie dei terreni -, mentre i pascoli sottostanti sono amministrati secondo un complesso modello di cogestione detto “orfene”. Per permettere la coesistenza tra pastorizia e questa particolare olivicoltura, basata esclusivamente su ulivi selvatici innestati, non si irrigano i campi ed è vietato l’uso di prodotti chimici per la fertilizzazione e la difesa. Gli oliveti non possono essere recintati perché sono aree di pascolo per gli animali domestici, ma anche per specie selvatiche. Questo sistema di cogestione ha dato vita a paesaggi straordinari e ad ecosistemi ricchissimi di biodiversità.
Gli ulivi selvatici sono innestati con la varietà memecik (nella zona di dei monti Mentese) e con la varietà erkence (nella zona dei monti Kızıldağ). La raccolta, che avviene tra metà ottobre e fine novembre, segue criteri precisi. Può essere effettuata solo a mano o con attrezzi che non danneggino l’integrità del frutto (è vietato in ogni caso l’utilizzo di scuotitori meccanici). La spremitura deve avvenire non oltre le 24 ore dalla raccolta.
L’olio che ne deriva ha un aroma di nocciola fresca, frutta acerba e menta, con gradevoli note erbacee. Al gusto è dolce, con un lieve sentore amaro di cicoria e una nota piccante nel finale.
I paesaggi olivicoli indigeni dell’Egeo oggi sono sempre più a rischio, per via della crescente speculazione edilizia, di faraonici progetti infrastrutturali e della pressione dell’olivicoltura intensiva, che punta su impianti moderni (recintati e irrigati, varietà produttive e massimizzazione delle rese.
Il Presidio è nato per tutelare questo paesaggio unico, aiutando i produttori a ottenere un olio extravergine di alta qualità, che rispecchi la ricchezza del territorio e la sua storia. E’ prevista l’introduzione di buone pratiche e di strumenti adeguati che migliorino la raccolta, lo stoccaggio e il trasporto delle olive. Inoltre, si lavorerà per caratterizzare e preservare la biodiversità olivicola del territorio - anche attraverso l’introduzione di corrette pratiche di potatura e innesto -, per migliorare il packaging e la promozione del prodotto, e per diffondere la conoscenza dei “Paesaggi Indigeni” e l’importanza della loro salvaguardia, a livello locale e internazionale. Il Presidio ad oggi riunisce due comunità (sui monti Menteşe e Kızıldağ), ma in futuro potrà diventare addirittura transnazionale, coinvolgendo produttori e territori su entrambe le sponde dell’Egeo.
Area di produzione
Il Presidio attualmente coinvolge due zone di produzione distinte:
1) il paese di Kızılgüney, nel territorio dei monti Menteşe, a cavallo tra le province di Muğla e Aydın;
2) il paese di Orhanlı, nel territorio dei monti Kızıldağ, nella provincia di Izmir
Galip Ener
Tel: +90 (0)5436576623
galip.ener@dogadernegi.org
Responsabile Slow Food del Presidio
Dicle Tuba Kiliç
Tel: +90 (0)5498010082
dicle.kilic@dogadernegi.org