Capranica Prenestina è un piccolo borgo aggrappato ai Monti Prenestini, circondato da boschi e castagneti plurisecolari.
Citata già da Catone nel suo “De agri cultura”, la castagna dei Monti Prenestini ha svolto per secoli un ruolo molto importante nell’alimentazione delle genti del posto. La prima forte spinta alla coltivazione vera e propria del castagno risale all’epoca medievale, grazie all’impulso dato dalla contessa Matilde di Canossa. Gli Statuti dei due comuni ove ricade l’area di produzione (redatti in epoche diverse, i primi sono del 1200) dimostrano come il castagno fosse tenuto in grande considerazione: l’uso dei castagneti (per i frutti e la legna) era regolamentato con attenzione ed erano previste sanzioni per i responsabili di furti o danni.
La selva castanicola si estende lungo il versante nord-est dei Monti Prenestini, quello più “freddo”, ed è distribuita tra gli 420 e i 700 metri s.l.m. Il terreno è di natura calcarea, argilloso negli strati superficiali: sono queste le cosiddette terre rosse dove storicamente hanno trovato dimora i castagni.
I frutti sono piccoli e hanno forma allungata, apice appuntito e colore scuro con tonalità più chiare verso l’ilo, che è di piccole dimensioni. Il sapore è dolce e la buccia sottile interna si toglie facilmente.
Nel territorio di Capranica Prenestina, per conservare le castagne, è molto diffusa e consolidata la pratica dell’essiccazione: un procedimento lungo, da cui si ottengono le cosiddette “mosciarelle”. L’asciugatura avviene nelle “casette”, piccoli locali in pietra che si trovano nei boschi. Si tratta di due stanzette sovrapposte, con muri in pietra a secco e tetto costituito da una struttura lignea ricoperta di coppi in laterizio. Il pavimento è fatto di lastre di pietra calcarea e, tra pavimento e soffitto, a un’altezza di circa 2 metri, si sistema una grata (“arate”), formata da cannucce e appoggiata su traverse.
Dopo la raccolta, che avviene a partire da ottobre fino a dicembre, le castagne sono distribuite sul pavimento a graticcio (sul piano superiore delle casette) fino a formare uno strato uniforme di circa 70 centimetri e, quindi, sono sottoposte all’affumicatura per circa un mese. Il fumo si sviluppa bruciando le ramaglie della potatura dei castagni e la “spulla” (resti delle bucce di castagne dell’anno precedente). Il calore e il fumo raggiungono le castagne, le disidratano, svolgendo anche una funzione antisettica, e donano ai frutti un delicato aroma di affumicato. Al termine le castagne sono spinte all’esterno attraverso un foro alla base dei graticci e sottoposte alla battitura, ossia la separazione del frutto dalla buccia secca.
Nella tradizione locale si mangiano lessate in acqua o latte oppure nelle zuppe di legumi o di maiale alle quali conferiscono una delicata dolcezza e una lieve nota di affumicato. La mosciarella può anche essere macinata per ottenere la farina, ingrediente di dolci e vari tipi di pasta.
Stagionalità
Le mosciarelle essiccano nei mesi da ottobre a dicembre e sono disponibili per il consumo tutto l’anno
portato all’abbandono delle case e dei terreni di Capranica Prenestina. Molti castanicoltori hanno
cessato l’attività e sono andati a vivere altrove. Il valore naturalistico e paesaggistico di questo
territorio è il frutto dell’equilibrio tra dinamiche naturali del bosco e di una sua attenta gestione
che, nonostante lo spopolamento, non è mai del tutto cessata. Nel 2011 è iniziato un percorso di
recupero, accompagnato dal riconoscimento regionale dei 166 ettari del Castagneto Prenestino
quale Monumento Naturale. Grazie ad alcuni castanicoltori, che hanno conservato i saperi legati
alla gestione del castagno (potatura, pulitura del sottobosco, innesti e pratica dell’essiccazione
nelle casette) è stato possibile avviare un Presidio che vede l’impegno di una comunità di
produttori, cuochi, enti pubblici e abitanti del luogo. Un mulino locale macina le castagne per
ottenere la farina e, a breve, si inizierà a produrre una birra per recuperare gli scarti della
vagliatura.
Il Presidio si propone inoltre di continuare nell’attività di conservazione di un paesaggio unico –
che nel 2021 ha ottenuto una Menzione all'interno del Premio Nazionale del Paesaggio – portando
avanti il censimento dei castagni monumentali e la conservazione dell’ecosistema del castagneto.
Vuole inoltre favorire lo sviluppo di un turismo sostenibile, interessato a scoprire i sentieri
ripristinati nei castagneti, le specialità a base di castagna e la cucina locale caratterizzata
dall’impiego di questo frutto in varie forme.
Area di produzione
Comuni di Capranica Prenestina e di San Vito Romano (Città Metropolitana di Roma)
Agriturismo “Colle Roscio”
Di Ugo Scacco
S.P. Capranica-Rocca di Cave, Km 0,93
Capranica Prenestina (Rm)
Tel. 340 8484203
colleroscio@yahoo.it
Azienda Agricola di Pietro Scacco
S.P. Capranica Prenestina
Capranica Prenestina (Rm)
Tel. 339 4580424
Loris Pergolini
Via di Palestrina, 3
Capranica Prenestina (Rm)
Tel. 334 7373492
loris.prg@gmail.com
Società Agricola Agromnia
Via di Guadagnolo km 3,0
Capranica Prenestina (Rm)
Tel. 324 8437089
info@agromniagricola.it
Referente dei produttori
Loris Pergolini
Tel. 334 7373492
loris.prg@gmail.com
Referente Slow Food del Presidio
Rosaria Olevano
Tel. 335 7151041
rosyolevano@libero.it