Rira è l’ultimo villaggio che si incontra salendo sul versante occidentale dell’altopiano Sanetti (che raggiunge i 4.000 metri sul livello del mare, con il secondo picco più alto del paese, il monte Tulu Dimtu), nel parco nazionale dei monti di Bale. Guidando tra i tornanti, la vegetazione cambia progressivamente: dalla foresta di Harenna (dove si raccoglie un pregiato caffè selvatico, Presidio Slow Food) salendo verso il villaggio, la vegetazione si fa più rada e meno intricata, caratterizzata dalla presenza diffusa di Hagenia abyssinica (albero endemico dell’Africa orientale) e di erica arborea.
La comunità arsi-oromo che vive sull’altopiano alleva pecore, coltiva ortaggi e cereali (soprattutto orzo e grano) e si occupa di apicoltura, un’attività che ha radici culturali profonde. Sugli alberi, talvolta, ci sono arnie tramandate da tre o quattro generazioni.
Le arnie sono costruite secondo la tradizione, intrecciando il bambù e piante rampicanti, e hanno forma conica, con un lato completamente chiuso e l’estremità opposta riempita di paglia. Sono posizionate sui rami più alti di alberi come l’Hagenia, il Podocarpus e la Cordia africana.
Le api ricavano il miele da moltissime piante (ne sono state identificate più di una ventina) e le fioriture più apprezzate dai produttori sono quelle di garamba (Hypericum revolutum), badesa (Syzygium guineense), gale (erica arborea) ed heto (Hagenia abyssinica, della famiglia delle Rosaceae). Questa grande biodiversità rende unico il miele multiflorale di Rira che, secondo la comunità, ha un importante valore curativo dovuto alla presenza di pollini di alberi come l’heto. L’heto, infatti, è di norma utilizzato nelle comunità rurali come rimedio per i parassiti intestinali, come la tenia, sia per gli uomini sia per il bestiame.
A Rira piove nove mesi l’anno, soprattutto d’estate: si dice addirittura che sia il posto più umido dell’Etiopia. Il miele è raccolto alla fine della stagione delle piogge, tra aprile e maggio e, tradizionalmente, è conservato in contenitori di pelle chiamati okole e poi condiviso con i membri della famiglia. Siccome le api sono molto aggressive (come tutte le api africane), la raccolta avviene esclusivamente di notte ed è sempre una battaglia, che richiede grande esperienza, abiti adatti per essere e un uso sapiente del fumo per cacciare le api senza compromettere la qualità del prodotto.
Il miele di Rira ha colore nocciola chiaro, consistenza cremosa, aroma intenso e una fragranza fruttata, con note di caramello e di malto.
Nel villaggio è tradizione offrirlo agli ospiti insieme a un particolare pane piatto e morbido (l’ambasha, simile a una focaccia) e a diverse verdure: patate, carote, ma soprattutto una varietà di cavolo nero locale molto rinomata, presente anche sull’Arca del Gusto di Slow Food. Le donne arsi-oromo del villaggio fabbricano contenitori intrecciati, decorati con pelle e perline colorate, che servono come contenitori per il cibo.
Il miele di Rira ha straordinarie potenzialità, legate all’ecosistema unico e al sapere della comunità, ma non è confezionato, etichettato e commercializzato, e occorre risolvere qualche difficoltà nella gestione della raccolta: una fase cruciale, che deve essere svolta nel momento esatto di maturazione del prodotto, per evitare problemi di umidità.
Il Presidio ha l’obiettivo di raggiungere il mercato nazionale con un miele di grande qualità grazie ad attività di formazione, assistenza tecnica, acquisto di attrezzature, promozione.
Area di produzione
Villaggio di Rira, Parco nazionale dei monti del Bale, regione Oromia