Bore si trova sull’altopiano del Guji (Etiopia meridionale) e guji è anche il nome della comunità indigena che – in larga parte – vive in quest’area, a 3.000 metri sul livello del mare. Allevatori di bovini e pecore, coltivatori di cereali (orzo e gran), legumi ed ensete (il falso banano etiope), i guji sono anche apicoltori da sempre.
L’apicoltura, infatti, è una tradizione antica (cui sono dedicati festival, cerimonie tradizionali, riti di iniziazione per i giovani e canzoni) ma anche una pratica quotidiana: il miele è alimento, medicinale e base di alcune bevande (come il vino di miele, boka in dialetto locale).
La lunga stagione delle piogge – circa sette mesi l’anno – consente abbondanti fioriture nella foresta: le api possono lavorare a lungo e produrre due tipi di miele (uno bianco e uno scuro e ambrato, a seconda della stagione) che immagazzinano poco per volta negli alveari tradizionali (i gagura).
I gagura – come nella maggior parte dell’Etiopia meridionale – sono lunghi cilindri che vengono appesi ai rami degli alberi a diversi metri di altezza dal suolo. Si ottengono intrecciando paglia, piante rampicanti, bambù e foglie di banano; oppure scavando il legno leggerissimo del korch, un albero riconoscibile per i fiori arancioni.
Il miele si raccoglie tra aprile e maggio, una sola volta l’anno, nel cuore della notte, arrampicandosi sugli alberi con una corda e affumicando le arnie per stordire le api. Quindi si sistema in due contenitori separati, uno per il miele più scuro e uno per quello bianco, e si pressa con l’aiuto di bastoni, per estrarre il liquido dai favi e separarlo dalla cera.
Il miele bianco si ricava dal fiore del gatame (Schefflera abyssinica), ha consistenza cremosa, fondente e leggermente burrosa; l’aroma è vegetale, dolce, con una nota piccante nel finale e senza traccia di fumo.
Il miele scuro, invece, è un millefiori che si ottiene principalmente da Prunus africana (miessa), Vernonia amydalina (dhebicha) e Hagenia abyssinica (heto); talvolta si presenta cristallizzato.
Quasi tutto il miele bianco è venduto sul mercato locale, nella città di Bore, mentre il miele scuro è raccolto per il consumo familiare, usato anche come medicinale e per usi rituali.
Per accogliere gli ospiti e nei momenti di festa, si offre sempre il miele, accompagnandolo con altre preparazioni tradizionali: il kollo (chicchi di orzo tostato), la farina di orzo con burro, il latte servito nelle tradizionali zucche scavate e decorate e il latte cagliato mescolato con farina di orzo.
Il Presidio ha l’obiettivo di promuovere sul mercato nazionale un miele di alta qualità, adeguatamente confezionato ed etichettato, e prevede momenti di formazione, assistenza tecnica, acquisto di attrezzature, promozione.
Area di produzione
Villaggio di Wate, distretto di Bore, altopiano di Guji, regione Oromia
Presidio sostenuto da
Bule Hora University