Gli Ogiek sono una delle più antiche tribù del Kenya, vivono nella foresta Mau e nella foresta vicina al monte Elgon, al confine con l’Uganda. Oggi sono 20.000, divisi in gruppi e clan, e sono sopravvissuti a lunghi anni di persecuzione: durante il dominio coloniale, infatti, sono stati sterminati e cacciati dalle loro terre e nel 1993, la commissione inglese che ha esaminato il problema della terra, non li ha riconosciuti come tribù vera e propria, ma come una popolazione vagante e abusiva.
Gli ogiek vivono grazie alle risorse naturale della foresta: sono cacciatori e raccoglitori, e la loro attività principale è l’apicoltura, ma alcuni di loro si stanno dedicando anche all’allevamento e all’agricoltura. Un tempo questa attività era svolta esclusivamente dagli uomini, in particolare dagli anziani della comunità, gli unici autorizzati a costruire alveari e raccogliere il miele per non danneggiare gli alberi. Le arnie erano quelle tradizionali: grandi cilindri di cedro rosso (un legno che resiste ai parassiti e al tempo) appese ad alberi ad alto fusto. Oggi, si sono avvicinate all’apicoltura anche le donne, che però usano arnie collocate a terra (le cosiddette top bar). Gli uomini, invece, continuano ad arrampicarsi sugli alberi con l’aiuto di liane e raccolgono il miele dopo aver fumigato le arnie bruciando del muschio seccato.
Il nettare preferito dalle api degli ogiek (api piccole e nere di razza africana) è quello del Dombeya goetzeni, il cui fiore dona al miele di agosto un caratteristico colore grigio-biancastro e un sapore inconfondibile. La raccolta di dicembre invece ha un colore giallognolo e quella tra febbraio e aprile è rossastra, quasi nera.
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