Per i karrayyu (pastori nomadi del distretto di Fantalle), i cammelli sono tutto. I bambini crescono con il loro latte. Gli uomini li seguono per mesi e dormono accanto a loro su giacigli improvvisati. Li conoscono uno a uno (ogni cammello ha un nome) e li mungono due volte al giorno, raccogliendo il latte in recipienti fatti con erbe intrecciate. La mungitura è un’operazione molto particolare. Prima si lascia poppare il piccolo, poi lo si separa dalla mamma e si inizia: due uomini si dispongono in piedi sui lati della cammella, piegando e sollevando una gamba per sostenere il recipiente (in una posizione quasi acrobatica, simile a quella dei trampolieri). Alla fine lasciano di nuovo poppare il cucciolo.
Il latte appena munto è bianchissimo, con una schiuma densa e alta. In bocca è sapido, aromatico, meno grasso rispetto al latte di vacca. Tkadizionalmente non si trasforma né in formaggio né in yogurt, ma si beve fresco. È l’alimento di base per i karrayyu (insieme all’orzo) ed è l’unico prodotto che la comunità, da qualche anno, ha iniziato a vendere nelle città più vicine. Qui il latte di cammella è apprezzato (per il gusto, ma anche per le proprietà curative) in particolare dalla comunità somala, che lo rivende in minuscole botteghe, dove si può assaggiare anche un ottimo tè a base di latte, zenzero, cannella e molto zucchero.
La comunità karrayyu si trova a poche ore dalla capitale Addis Abeba, eppure appartiene a un altro mondo; un mondo basato sul legame fortissimo con la natura (i cammelli, gli zebù, gli alberi, il monte Fantalle…) e sui ritmi della vita nomade (dettati dalle stagioni, dalle piogge, dal passo e dal suono delle mandrie).
Oggi però i karrayyu hanno visto il loro territorio ridursi drasticamente in seguito alla nascita del parco nazionale Awash da un lato, e delle grandi piantagioni di canna da zucchero dall’altro. I recenti cambiamenti climatici, inoltre, sono responsabili di siccità continue e sempre più gravi, che compromettono la sopravvivenza stessa delle mandrie. Così, in questi anni, i karrayyu stanno attraversando forzatamente una fase difficile (il passaggio dal pastoralismo nomade all’agro-pastoralismo) e stanno cercando di salvare, con tenacia, la loro cultura e le loro antichissime tradizioni.
Il Presidio, coordinato dall’Ong Labate Fanfalle Organization, è nato per salvaguardare la cultura karrayyu, attraverso il loro prodotto simbolo: il latte di cammello. In particolare, affianca la cooperativa e lavora sulla formazione dei pastori (perché gestiscano al meglio la salute e l’alimentazione degli animali), sul miglioramento dello stoccaggio e del trasporto del latte, e sulla promozione del latte di cammello. Nel 2015 il Presidio ha ricevuto un furgone da Iveco per trasportare il latte in città.
Area di produzione
Distretto di Fantalle, provincia di Shewa orientale, regione Oromia
Asmelash Dagne Datiko
Tel. +251 916124723
asmelash.dagne@gmail.com
Responsabili dei produttori del Presidio
Hawe Jilo Boru
tel. +251 919281193
Roba Fantalle
tel. +251 911093985
labatafantalle@gmail.com
www. labatafantalle.org