Modica è una delle perle d’Italia. Patrimonio mondiale dell’umanità per l’Unesco, è conosciuta per le sue bellezze architettoniche e per i laboratori artigiani che lavorano le fave di cacao. Fino alla fine degli anni ’40, l’economia cittadina si basava su agricoltura e allevamento: i pascoli dove si allevava la razza modicana si alternavano a campi coltivati divisi da muretti a secco tipici della zona. Olivo o carrubo spesso consociati a frumento erano le coltivazioni più diffuse. In questo contesto, la fava modicana era utilizzata per l’alimentazione del bestiame e come leguminosa nella rotazione delle colture dei cereali, grazie alla sua capacità di fissare azoto e di lasciarlo nel suolo.
In alcune contrade modicane, tuttavia, la fava era ben presente come ingrediente della cucina locale, soprattutto con una agevole cottura che ha diffuso il termine cottoia. Ai braccianti era data la razione giornaliera di “mezzo coppo” che corrispondeva a 500 grammi, cucinata da sola o accompagnata da verdura.
Con il miglioramento del tenore di vita della popolazione rurale e con il conseguente aumento dei consumi di carne (quasi come riscatto sociale), il consumo delle fave e la coltivazione nello specifico della fava cottoia di Modica, è andato via via diminuendo.
Stagionalità
La fava cottoia di Modica può essere consumata fresca a partire dalla terza decade di maggio o secca tutto l’anno
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Contrade Cannizzara, Mauto, Rassabia, Famagiorgia Calamarieri, Baravitalla, Bosco, Torre Palazzalla, Frigintini e Cinquevie del comune di Modica (provincia di Ragusa)
Confraternita della Fava Cottoia di Modica
Contrada Fondo Mosche
Modica (Rg)
Tel. 333 6578405
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(riferimento Salvatore Cassarino)
Salvatore Cassarino
Tel. 333 6578405
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Responsabile Slow Food del Presidio
Lorenzo Lauria
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