Nel cuore del parco dei Monti Simbruini, a circa 800 metri di altitudine, sorge il piccolo borgo di Vallepietra, un centro agropastorale che pare sia stato fondato nel VI secolo da contadini fuggiti dalla campagna romana durante l’invasione dei Goti. La coltivazione del fagiolone di Vallepietra, detto anche "ciavattone" in queste terre risale a un’altra dominazione, quella spagnola del XVI secolo.
La zona, una valle senza uscita completamente circondata da alture, ha un microclima unico, anche grazie alla presenza di numerose sorgenti di acqua purissima (in alcuni casi addirittura oligominerale) che danno vita ad un piccolo fiume che scorre a valle e che alimenta l’acquedotto del Simbrivio, collegato direttamente con Roma. La presenza di acqua e l’altitudine hanno permesso di acclimatarsi a questa tipologia di fagiolo, una varietà rampicante che tradizionalmente era coltivata insieme al mais locale agostinella, così chiamato perché raccolto a fine estate, per essere poi macinato nel piccolo mulino ad acqua del paese e diventare farina da polenta.
Il seme del fagiolone è grande e ha un colore bianco perlaceo. Grazie ai terreni calcarei la sua buccia è molto sottile. Il tipico segno all’attaccatura del seme al baccello lo differenzia dalla tipologia Spagna, con cui potrebbe essere confuso.
I campi coltivati sono su terrazzamenti che partono dalla parte più bassa della valle e raggiungono le pendici più rocciose. L’acqua sorgiva è stata incanalata e resa disponibile per orti e campi dal lavoro di generazioni di contadini. La coltivazione inizia in aprile e non prevede l’uso di diserbanti o concimi chimici, che potrebbero inquinare le sorgenti. La raccolta è scalare, a partire da settembre. Dai fiori che si sviluppano per primi e più in basso si seleziona la semente per la semina successive, mentre i restanti sono destinati alla vendita.
Per conservare I fagioloni, si aggiunge qualche foglia di alloro e si sistemano in sacchi di iuta, che poi sono collocati in cantine asciutte e fresche. Si mangia in bianco con olio extravergine e cipolle, oppure condito con sugo di salsiccia e cotenna di maiale o ancora in zuppe e insalate.
Stagionalità
La raccolta avviene in ottobre, il prodotto essiccato è disponibile tutto l’anno.
Torna all'archivio >Oggi è nato un piccolo consorzio di agricoltori, che sta recuperando tutti i legumi tradizionali della valle del Simbrivio e che, grazie al Presidio, sta promuovendo il fagiolone, tentando di riportare la valle a nuova vita.
Area di produzione
Territorio del comune di Vallepietra, provincia di Roma
Presidio sostenuto da
Regione Lazio, Arsial, Comune di Vallepietra, Parco Regionale Monti Simbruini, Provincia di Roma
Presidente Alessio Antonio Lo Cicero
Vallepietra (Rm)
Via Tre novembre n. 7
Tel. 340 7424054
mieledautore@libero.it
Fanno parte del consorzio i produttori: Alessio Locicero, Natale Placidi, Domenico Placidi, Alberto Graziosi, Martina Romani, Romolo De Carolis, Marco De Santis, Ugo Mioni, Benedetto De Santis, Pierina Romani, Natale De Santis, Alessandro Benedetti, Giovanna De Santis, Antonio Rotondi, Liliana De Santis, Luigi De Santis, Mario Rotondi, Rosaria De Santis, Paolo De Santis, Mario Palmieri, Pierluigi Salvatori.
Domenico Placidi
Tel. 347 3791194
dome.placidi@gmail.com
Responsabile Slow Food del Presidio
Francesca Litta
tel.333 9168733
flitta57@gmail.com