Carema è un vino, ma è anche un paese di circa 800 abitanti, in provincia di Torino, al confine con la Valle d’Aosta. Un tempo era definito un paese vigneto, nel senso che le viti a pergola si trovavano anche tra le case e ornavano giardini e cortili.
Agli inizi del Novecento il vino costituiva per gli abitanti del paese di Carema un’importante risorsa: rappresentava una delle maggiori fonti di lavoro e di ricchezza, ma era anche un forte simbolo identificativo della comunità.
La dislocazione dei vigneti è una peculiarità di Carema: terrazze di un anfiteatro naturale che partendo da 300 metri s.l.m. arrivano fino a 600 metri s.l.m.. Per rendere il suolo di forte pendenza coltivabile e impedirne l’erosione, l’uomo ha adottato il sistema del terrazzamento – costituito da muretti in pietra a secco – e ha realizzato una forma di allevamento adatta alle caratteristiche ambientali: il sistema a pergola, detto topia nel dialetto piemontese, la cui intelaiatura di travi è spesso sorretta da caratteristici tutori tronco-conici in pietra, i pilun. I colonnati in pietra sono il sostegno di tutto questo sistema di pergole, ma hanno anche un’altra importante funzione: la pietra durante il giorno si scalda e rilascia calore nelle ore notturne riuscendo a mantenere un microclima meno rigido tra i vigneti. Un tempo questo sistema di allevamento era stato fatto così non solo per conservare calore, ma anche per riuscire ad ottimizzare lo spazio e coltivare ortaggi sotto la pergola.
La gestione e la manutenzione del vigneto sono fatte a mano. Esiste ancora un po’ di manodopera in paese capace di mantenere e ricreare questo sistema di coltivazione, ma tra qualche anno c’è il rischio che questo saper fare scompaia del tutto. Il problema dell’abbandono dei vigneti sta creando non solo un vuoto nelle coltivazioni e nella produzione, ma anche alcune problematiche di gestione delle vigne di chi ancora continua l’attività.
I terrazzamenti vitati occupano in totale circa 13 ha e la resa non è alta, tutto viene vinificato in loco e confluisce nella produzione di Carema DOC, una denominazione istituita già nel 1967 e che prevede la vinificazione di sole uve provenienti dal territorio del comune di Carema.
Le caratteristiche di questo vino sono designate dal terroir, dal vitigno – che si è adattato alle condizioni territoriali sviluppando uno specifico clone appartenente al biotipo picotener, della varietà nebbiolo – e dal lavoro del viticoltore. Al naso il Carema è sottile, fresco, con accenni floreali e minerali; in bocca è fine, con fitti tannini, di grande persistenza aromatica. Il colore è aranciato, una particolarità che ben distingue questo vino di montagna dagli altri nebbioli. La sua qualità era già riconosciuta dal Quattrocento e premiata nell’Ottocento in concorsi internazionali.
Stagionalità
La vendemmia avviene a fine ottobre. Il prodotto è disponibile tutto l'anno
Area di produzione
Comune di Carema, provincia di Torino
Presidio sostenuto da
Alleanza dei cuochi Slow Food e dei Presìdi italiani - anno 2013
Cantina dei Produttori
Nebbiolo di Carema
(riferimento Viviano Gassino)
Via Nazionale, 32
Carema (To)
Tel. 366 3539730
cantinaproduttori@caremadoc.it
www.caremadoc.it
La Cantina vinifica le uve nebbiolo di 75 soci conferitori.
Azienda Agricola Monte Maletto
di Gian Marco Viano
Via Basilia, 38
Carema (To)
Tel. 348 5958050
montemaletto@hotmail.it
www.montemaletto.it
Achille Milanesio
Via Vittorio Emanuele
Carema (To)
Tel. 349 7782721
milanesioachille@gmail.com