Le piante del genere Agave in Messico sono chiamate maguey in spagnolo, metl in nahuatl e yaavi in mixteco. Si tratta di esemplari grandi e carnosi. Tra i 7 e i 25 anni di vita raggiungono la maturità e producono una linfa, chiamata aguamiel, che una volta estratta e fatta fermentare, si trasforma in una bevanda nutriente e leggermente alcolica conosciuta con il nome di pulque.
Un processo evolutivo millenario ha permesso all’agave di adattarsi a zone aride e semiaride; di notte la pianta respira producendo acqua, e di giorno chiude i suoi pori e crea una copertura cerosa per evitare che questa evapori. Già 7.000 anni fa, gli abitanti di quella che attualmente è la zona centrale del Messico, sapevano riconoscere gli esemplari contenenti una maggior quantità di zuccheri per masticarne la polpa e berne la linfa, che rappresentava un elemento vitale in una zona scarsa di acqua.
Questa pianta millenaria ha sempre rappresentato un elemento fondamentale dal punto di vista economico e culturale per numerosi popoli indigeni e meticci in Messico, che la usavano per ottenere cibo, bevande, medicinali, combustibili, alimenti per gli animali, elementi decorativi e per la costruzione delle abitazioni, fibre, concime.
Oggi l’agave è un elemento fondamentale per il territorio: aiuta a ridurre la desertificazione, evita la perdita di nutrienti del suolo, trattiene l’umidità del terreno, attenua gli effetti negativi del vento e garantisce la sicurezza alimentare per le comunità. Purtroppo però, a causa di diversi fattori socioculturali ed economici, si stanno perdendo rapidamente sia diverse varietà locali di agave, sia la conoscenza tradizionale che ad esse è associata.
Nella regione conosciuta come mixteca di Oaxaca (tra l’area di La Cañada e lo stato di Puebla) e in particolare nel distretto di Nochixtlán, alcuni produttori sono riusciti a conservare le tecniche tradizionali di coltivazione e trasformazione della pianta per ottenere aguamiel e pulque da destinare al mercato regionale. Si tratta di una zona semidesertica, con suoli poveri di materia organica, dove la popolazione si dedica all’agricoltura di sussistenza. La regione ha un alto indice di povertà, emarginazione, disoccupazione e, di conseguenza, emigrazione verso altre aree del paese o verso l’estero. In questo contesto, El Almacén, una piccola località nel comune di Santa María Apazco, gode ancora di un’importante fama per l’ottima qualità del suo pulque. I popoli indigeni locali, soprattuto i mixtecos, hanno infatti preservato la biodiversità dell’agave e la cultura, le tradizioni e le cerimonie religiose ad esso associate. Cerimonie rituali in lingua mixteca sono offerte all’agave nei momenti più importanti nella vita della comunità e di ogni produttore: quando nasce un figlio si pianta un esemplare di agave e si interra la placenta accanto alla pianta. Cerimonie simili di ringraziamento della Madre Terra si realizzano per ottenere un buon raccolto, o in caso di un matrimonio, un battesimo o una festa della comunità.
Nella microregione di Nochixtlán sono coltivate 12 varietà di agave pulquero (ossia atto alla produzione del pulque, Agave Salmiana e Agave Atrovirens) e si è calcolato che in ogni comune della zona almeno il 40% delle piante è di una varietà endemica.
I problemi che il gruppo intende risolvere sono diversi: da quelli tecnici come la presenza di parassiti e alcune malattie delle piante, l’erosione del suolo; ma anche quelli sociali come il processo di abbandono del territorio dei giovani e di conseguenza la perdita di conoscenza, o commerciali come l’assenza di canali commerciali che diano il giusto valore ai prodotti tratti dalla pianta (aguamiel e pulque, ma anche fiori, semi, fibre, sciroppo, piante per la riforestazione, foglie usate nella cucina tradizionale e vermi per l’alimentazione umana).
Il Presidio intende riforestare l’area di Nochixtlán con 20.000 piante di agave. Successivamente verranno sviluppate attività per riscoprire le antiche tradizioni legate all’uso dell’agave e dei suoi derivati. Allo stesso tempo si realizzeranno corsi destinati all’adozione di pratiche igieniche per tutti i produttori e si miglioreranno l’etichetta (al momento non utilizzata) e il packaging. Infine, si realizzeranno attività di promozione sui mercati locali e nazionali e i produttori parteciperanno alle attività della rete Terra Madre Indigena.
Are di produzione
El Almacén, municipio Santa María Apazco; El Fortín el Alto e San Miguel Chicahua, municipio San Miguel Chicahua; San Pedro Quilitongo, Santiago Ixtaltepec e La Unión Libertad, municipio Asunción Nochixtlán; distretto di Nochixtlán, stato di Oaxaca.
Presidio Sostenuto da
IFAD – International Fund for Agricultural Development
Mujeres Milenarias A.C.
In collaborazione con
Comida Lenta A.C.
Slow Food Oaxaca Guaje
Ing. Bibiana Bautista Gaytán
Tel. +52 1 951 365 27 89
bibi.gaytan_2013@hotmail.com