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Home » 10.000 Orti in Africa » Orto comunitario di Boyd

Orto comunitario di Boyd

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Nigeria

Oyo

L’orto comunitario di Boyd si trova a Omi Adio, area di Ibadan, lungo la strada di Abeokuta. I contadini che lavorano a questo orto di 10 acri comprendono 6 donne e 12 uomini. Vi si trovano una piantagione di palme, di cacao e di anacardi, oltre a colture comuni come mais, manioca, taro, patate, igname, soia, fagioli dell’occhio, e varietà vendute al mercato, come gombo, pomodori, peperoni, zenzero, lattuga, “tete” (spinacio africani), “soko” (una varietà di amaranto). Sono utilizzati la rotazione delle colture e la consociazione per tenere sotto controllo gli insetti nocivi. Per migliorare la fertilità del suolo sono impiegati compost e sovescio.

Area
Omi Adio, area di Ibadan, strada di Abeokuta

Coordinatori
Adeshina Yemi
Benjamin Olatilo

Slow Food in Nigeria

La Nigeria, il paese più popoloso del continente africano con 186 milioni di cittadini e federato in 36 stati, ha vissuto una rapida industrializzazione e urbanizzazione finanziata attraverso lo sfruttamento delle risorse energetiche (il petrolio e il gas naturale) e minerarie. Queste attività hanno causato degrado ambientale e conflitti sociali (tra cui le proteste delle comunità del Delta del Niger costrette a subire le conseguenze devastanti di inquinamento e violazione diritti umani di cui parlò lo scrittore Ken Saro Wiwa, ucciso insieme a altri 8 attivisti nel 1995). Inoltre, se fino agli anni ’60-’70 in Nigeria tutte le scuole prevedevano lezioni di agraria e la coltivazione di un orto, la neocolonizzazione del mercato e l'importazione dall'estero fino all'80% dei beni alimentari (riso, pollo, pesce, …) hanno determinato nel giro di alcuni anni la perdita della cultura dell’orticoltura tra i giovani. Nel 2011, un giovane membro del World Wide Opportunities on Organic Farms (WWOOF) entrato in contatto con il movimento Slow Food decide di iniziare anche in Nigeria a valorizzare i prodotti locali e salvare i molti che rischiano di scomparire, avviare il progetto degli orti agroecologici reintroducendoli nelle scuole, sensibilizzare le autorità governative, creare una rete di produttori e consumatori consapevoli e solidali. Il primo tentativo lo fa nel 2013 con il governo locale di Egbeda, che appoggia la reintroduzione delle materie agronomiche in 23 scuole, poi si replica in altri 9 stati. L'obiettivo è educare la gente a un’agricoltura pulita e al consumo del cibo locale, ma incoraggiare i contadini a produrre localmente non basta: tanti piccoli agricoltori coltivano seguendo i metodi tradizionali ma è necessario sensibilizzarli sugli effetti negativi dei fertilizzanti chimici di sintesi. Attraverso gli orti, si è attuata una mappatura dei prodotti sull'Arca, l'avvio di banche dei semi, la creazione di una rete di giovani che cerca di portare un cambiamento anche attraverso l’organizzazione di momenti conviviali. Negli ultimi anni, la rete di Slow Food in Nigeria ha cercato di rafforzare i partenariati con associazioni locali per affrontare insieme il problema dei grandi interessi economici e politici dell'agricoltura industriale, che si concretizzano in progetti di monoculture da esportazione (la Nigeria è il terzo produttore mondiale di olio di palma), nel 2011 con l'apertura agli OGM per un progetto di sperimentazione sulla manioca modificata, nel 2016 con la proposta di legge per la realizzazione di un'area riservata di pascolo con la sottrazione di terre a contadini e piccoli produttori di etnia fulani.

Informazioni sull'orto

Tipo:Comunitario
Coordinatore:Benjamin Olaniran Olatilo
Gemellato con:Vienna Foodie Quest, Austria

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