«Vogliamo mettere la nostra storia e la nostra esperienza a disposizione di chi come noi ha intrapreso la strada della tutela della biodiversità».
È con questo spirito che Antonino Centonze, direttore commerciale dell’oleificio omonimo di Castelvetrano, nel Trapanese, ci racconta la sua adesione al gruppo di produttori dei Presìdi Slow Food Eccellenti & Solidali.
Obiettivo di questo gruppo – composto da Presìdi che hanno fatto una strada importante, costruendo una comunità di produttori grande e unita – è sostenere i Presìdi più recenti o più fragili per dar loro la solidità di cui necessitano, testimoniando così che un’agricoltura diversa è possibile.
Nocellara del Belice, biancolilla e cerasuola: 8 mila olivi che la famiglia Centonze da generazioni coltiva a pochi chilometri da Selinunte, su un terreno roccioso tufaceo, caratterizzato da muretti a secco e latomie: le antiche cave di tufo calcareo di origine greca. Cultivar autoctone del territorio che esprimono la loro origine mediterranea, coltivate senza fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici e che hanno consentito allo storico oleificio di aderire al Presidio Olivi secolari, un progetto di tutela storico di Slow Food che mira a promuovere il valore ambientale e paesaggistico di questa straordinaria produzione. È un progetto nazionale che riunisce oltre 160 olivicoltori di tutte le zone vocate d’Italia, perché gli olivi secolari affrontano le medesime criticità in tutta la penisola.
«Produciamo da sempre nel rispetto dei valori del Presidio e aderire a Eccellenti & Solidali è stata la decisione più naturale che potessimo prendere: difendere il territorio, la sua biodiversità e supportare i produttori che come noi hanno fatto una chiara scelta di campo – sottolinea Centonze – . Quest’anno inoltre abbiamo intrapreso un’altra sfida: riportare alla luce gli uliveti monumentali all’interno del Parco archeologico di Selinunte. Si tratta di piante ultracentenarie che erano state abbandonate, non venivano più curate e rischiavano di perdersi definitivamente. Quella del 2023 è la prima raccolta, siamo orgogliosi di questa avventura e non vediamo l’ora di assaggiare il risultato e proporlo a chi vorrà sceglierlo».
Anche gli olivi che animano i 270 ettari del Parco Archeologico di Selinunte sono gestiti secondo il regime biologico, dove la coltivazione si basa principalmente sul mantenimento e la cura delle piante e del paesaggio attraverso un recupero non invasivo dei luoghi, in quella che in una parola viene definita archeo-olivicoltura.
La storia nella Storia
La storia dell’oleificio risale agli anni successivi al terremoto del Belice, avvenuto nel 1968. Lo stesso Antonino ci racconta che i suoi nonni decisero di trasferirsi dove oggi si trova l’Agriturismo Case di Latomie, per costruire una casa in legno che sarebbe divenuta la loro dimora definitiva. La famiglia, ancora oggi, risiede in queste case coloniche del 1781 che vennero ristrutturate per ospitare la struttura ricettiva.
«L’avventura dell’olio nacque al termine dei rinnovamenti dell’agriturismo – ci spiega Antonino – ci siamo domandati cosa avremmo potuto offrire agli ospiti che soggiornavano da noi e ovviamente la scelta dell’extravergine è stata la più naturale.»
Suggestivo il nome dell’agriturismo: le latomie sono antiche cave utilizzate dai Greci nell’800 a.C. per ricavare blocchi di tufo utili alla costruzione di Selinunte. I templi presenti nella proprietà sono stati realizzati assieme alla Cave di Cusa. Gli olivi sono radicati all’interno di queste cave di tufo calcareo alte anche 4-5 metri e spesso discendono dalle tante piante della cultivar ogliastra innestati durante la dominazione araba in Sicilia. Ne è un esempio un olivo monumentale di circa 1200 anni in cui si vede il segno di innesto e da cui è nato, grazie alla genetica dell’innesto, un olivastro che tuttora produce delle olive di piccola dimensione di nocellara del Belice.
«Questo è il principale motivo che ci ha permesso di far parte del Presidio, ovvero gli ulivi pluricentenari, ma anche la presenza di alcune piante che, secondo esperti agronomi dell’Università di Palermo, sono in vita da più di 700-800 anni.»
L’oleificio Centonze è solo uno dei sostenitori del progetto Eccellenti & Solidali promossi da Slow Food, per maggiori informazioni qui il link al sito.