Il Presidio della cipolla rossa di Acquaviva va, letteralmente, a ruba

Un campo dopo il furto

“La cipolla rossa di Acquaviva è ormai un prodotto molto ricercato sul mercato italiano, ma che andasse letteralmente a ruba in questo modo non ce lo saremmo mai immaginato!” Cerca di sorridere Vito Abrusci, referente dei produttori del Presidio Slow Food, ma la preoccupazione che traspare dalle sue parole è evidente.

Non è, infatti, la prima volta che i piccoli produttori del Presidio di Acquaviva subiscono furti nei campi. Quest’anno, però, il fenomeno sembra essere più intenso del solito. Durante la notte, squadre di sei o sette persone si recano nei campi ed estirpano intere coltivazioni di cipolle, caricandole su camioncini e trattori, in maniera grezza. In qualche caso, trovando cipolle non ancora mature, sono stati persino tagliati gli steli a metà, lasciando tutto lo scarto sparso sui campi. Oltre il danno, anche la beffa.

“Il caso più eclatante – ha spiegato Vito – è quello della produttrice Anna Iannone: nel giro di poche settimane le sono stati rubati quasi 40 quintali di cipolle. Una bella quantità se si pensa che tutta la produzione conta al massimo 200 quintali all’anno. Un altro produttore invece ha contato ogni buco lasciato nel terreno: nel giro di poche ore gli hanno portato via oltre 400 cipolle, ossia circa 4 quintali. E il fenomeno continua, costringendoci a prendere provvedimenti che ci danneggeranno ulteriormente. I piccoli produttori, infatti, sono costretti a raccogliere le cipolle in tempi brevi, per evitare che vengano rubate durante la notte, senza aspettare la completa maturazione. Oltre a dover, quindi, sistemare i bulbi in luoghi asciutti e permettere loro di portare a termine la maturazione, si dovrà selezionare tutto il prodotto per scartare i bulbi andati a male e confezionare le cipolle da inviare ai mercati”.

In passato sono state organizzate delle ronde per controllare i campi, ma oggi i piccoli produttori, scoraggiati dai furti e dalle difficoltà, non si sentono più sicuri. Lo sconforto, alla vista dei campi derubati, in effetti, è tanto: tutta la lavorazione, dalla preparazione del terreno alla raccolta, avviene manualmente, mantenendo al minimo gli interventi di tipo chimico e moltiplicando sarchiature e scerbature (operazioni di diserbo manuale dei filari) manuali.

Il danno, pertanto, è ingente.

“La cipolla rossa di Acquaviva è una risorsa importante per il territorio – spiega Marcello Longo, responsabile del Presidio Slow Food – e come tale dovrebbe essere difesa. Ancora una volta, è necessario che le istituzioni si mettano al fianco dei piccoli produttori e li aiutino a far fronte a questo enorme problema, ad esempio imponendo controlli su tutte le bolle delle merci che viaggiano nella regione o organizzando ronde delle forze armate che controllino i campi. In nome dell’impegno dei piccoli produttori del Presidio a garantire un prodotto di qualità, coltivato secondo i metodi tradizionali e un rigido disciplinare, anche la società dovrebbe non solo rispettare questo importante patrimonio, ma tutelarlo sotto ogni aspetto, compresa la sicurezza”.

 

 

 

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