Fondazioni for Africa Burkina Faso: migliorano le condizioni di vita per 60000 persone, anche grazie a Slow Food e ai suoi progetti per tutelare la biodiversità.
Ogni volta che si parla di cooperazione internazionale nel continente africano, il dubbio di cosa effettivamente venga fatto in quei territori lontani e la fiducia verso coloro che gestiscono i progetti messi in campo si presentano puntualmente. Quasi a sfidare (oltre che a sfatare) il distorto mito di una cooperazione inefficace, l’iniziativa Fondazioni For Africa Burkina Faso promossa dall’ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio italiane), nella quale la Fondazione Slow Food per la Biodiversità ha avuto un ruolo fondamentale, ha prodotto dopo 4 anni i primi risultati.
Per citarne solo alcuni, questo progetto vede oggi 1300 nuovi apicoltori dell’est del Paese commerciare il miele da loro prodotto (anche attraverso una piattaforma web per l’e-commerce), 200 donne gestire il Centro di trasformazione del riso etuvé nella provincia di Ganzourgou, 400 agricoltori intraprendere la coltivazione della soia in 40 villaggi tra le Regioni del Plateau Central e del Centro Ovest, 1495 burkinabé avere accesso a strumenti di microfinanza (c.d. warrantage) per sviluppare nuovi progetti agro-ecologici. Si stima insomma che i 6,3 milioni di euro stanziati dalle 28 Fondazioni nel quadriennio 2014-2018 con il supporto di sei organizzazioni senza scopo di lucro, un centro di ricerca* e svariate istituzioni locali italiane abbia contribuito a migliorare le condizioni di vita di circa 60000 persone in 7 regioni rurali.
Oltre all’evidente successo economico e sociale del progetto, è bene ricordare che Fondazioni For Africa Burkina Faso ha concretamente aiutato a realizzare il fondamentale ma mai completamente conseguito diritto ad una alimentazione sana enunciato nell’Articolo 25 della Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite del 1948. Ed è in questo alto quadro normativo e politico che la partecipazione della Fondazione Slow Food nel Paese ha acquisito negli anni un significato vero, diventando fattore imprescindibile per uno sviluppo locale indipendente e lontano dai “vecchi” meccanismi di cooperazione assistenzialista.
Slow Food è infatti presente in Burkina già dal 2010, con una rete di persone che difende la biodiversità attraverso il Progetto degli orti (oggi 154 fra comunitari e scolastici), la mappatura dei prodotti locali burkinabé (i 20 prodotti dell’Arca del gusto), 2 Presìdi e 15 Comunità del cibo. Ed è quasi a riconoscenza del lavoro fatto negli anni che grazie al programma dell’ACRI è stata realizzata nel febbraio del 2017 Terra Madre Burkina Faso, una manifestazione che ha riunito 700 persone (fra rappresentanti istituzionali, produttori e rete Slow Food) intorno a più di 100 prodotti di enogastronomia tradizionale dell’Africa dell’Ovest.
Sempre in nome di un cibo buono, pulito e giusto, sempre dalla parte di quegli agricoltori, allevatori e pescatori locali messi in difficoltà da politiche troppo spesso non lungimiranti e da un sistema del cibo in mano a pochi grandi gruppi industriali, sempre per affermare insieme a loro il diritto ad una sovranità alimentare necessaria per salvaguardare il nostro pianeta e garantire un futuro migliore a chi verrà dopo di noi.
Le principali iniziative realizzate e i risultati raggiunti da Fondazioni for Africa Burkina Faso in questi anni sono illustrati nella pubblicazione La Terra, Le Persone, il Futuro, disponibile e scaricabile da oggi sul sito www.fondazioniforafrica.org.
Per la parte del progetto che più interessa Slow Food: https://www.fondazioniforafrica.org/buono-pulito-e-giusto/
* Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Acra, Cisv, Lvia, Mani Tese, Watinoma, CeSPI