Il vana (Echinotrix diadema), chiamato anche ”tara poto”, è un riccio di mare nero di medie dimensioni (10 cm), con grandi spine lunghe fino a 20-25 cm. Il corpo internamente possiede un colore da arancione ad arancione chiaro.
Il suo odore e il suo sapore hanno una caratteristica iodata, meno pronunciata dei ricci di mare del Mediterraneo. Inoltre, il vana ha un sapore burroso in bocca. Si mangia crudo, con un pizzico di lime e, a volte, con una fetta di burro. La consistenza è morbida e si scioglie in bocca.
Il vana è distribuito in tutte le isole della Polinesia francese che hanno una barriera corallina, da una profondità di 30 cm fino a 5-6 metri per i coralli più profondi. Viene raccolto in modo tradizionale, a mano. La pesca del vana è affidata principalmente alle famiglie di pescatori locali.
Questo prodotto tradizionale è ancora ampiamente consumato dagli isolani. La pesca avviene al mattino, e il vana viene venduto nel pomeriggio. A seconda dell’isola, i pescatori pescano prima per le proprie necessità e per l’autosostentamento, poi vendono il surplus ai ristoranti locali.
La trasmissione del know-how relativo alla pesca del vana rimane efficace nelle isole più isolate come Taha’a. Tuttavia, la tradizione si sta perdendo e può diventare problematica in alcune delle isole più frequentate come Tahiti.
Non c’è una stagionalità nella pesca della vana, ma siccome viene effettuata in aggiunta a una pesca più lucrativa dell’aragosta, quest’ultima può essere soggetta a "rahui", una norma che vieta la pesca nei primi mesi della stagione riproduttiva, quindi marzo, aprile e maggio. Inoltre, esistono aree protette dove la pesca è totalmente proibita per ragioni di conservazione.
Come molte specie marine, il vana è minacciata dall’aumento della temperatura degli oceani, in particolare dalla distruzione delle barriere coralline che costituiscono il suo habitat naturale. Attualmente non c’è una pesca eccessiva di vana nella Polinesia francese, ma più a rischio sono la trasmissione delle abilità di pesca e le conoscenze e saperi tradizionali che sono minacciati.
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