‘Ulu delle Hawaii

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‘Ulu delle Hawaii

L’Ulu è una tradizionale varietà di albero del pane coltivata per secoli nell’arcipelago delle Hawaii. E’ infatti una delle “piante delle canoe” trasportate dai primi colonizzatori polinesiani dalle Isole della Società alle Hawaii, centinaia di anni fa, e infatti numerosi canti, proverbi e leggende ne parlano.

Secondo una famosa leggenda il dio Ku si innamorò di una mortale, la sposò ed ebbe con lei dei figli. Durante una terribile carestia trasformò se stesso in un albero del pane per sfamare la sua famiglia. I piccoli germogli delle radici prodotti dall’albero vennero condivisi tra i familiari e gli amici e generarono tutti gli alberi ‘Ulu delle isole.

Gli alberi ‘Ulu si riproducono in modo vegetativo proprio a partire dai germogli delle radici. Si tratta di una pianta sempreverde che può crescere per decenni. La sua coltivazione e il suo uso sono ottimi esempi di agricoltura sostenibile: è facilmente coltivabile e richiede le stesse cure delle piante da giardino. La pianta può essere piantata insieme a un’ampia gamma di piante (ad esempio banani, colocasie – in polinesiano chiamati tari – piante di agrumi o altre) e può essere coltivata in aziende agricole così come in semplici giardini. La coltivazione in spazi sia rurali che urbani, come anche in spazi comuni, garantisce benefici ambientali sul lungo periodo in quanto permette di ridurre l’anidride carbonica presente nell’ambiente. Gli alberi richiedono poche e semplici cure e sono in grado di produrre frutti in abbondanza con un investimento minimo sia in termini di lavoro che di risorse materiali: un albero che produce 100 frutti all’anno fornisce più di 100 kg di prodotto commestibile; alcune piante arrivano a produrre diverse centinaia di frutti all’anno.

Secondo i tradizionali metodi di preparazione usati dagli hawaiani i frutti possono essere fatti rosolare sul fuoco fino a quando la buccia si abbrustolisce; in alternativa possono essere cucinati in un imu, una profonda buca ricoperta e rivestita di pietre riscaldate con il fuoco, quindi sbucciati e mangiati. Il frutto maturo può anche essere sbucciato e cotto al vapore o bollito, quindi pestato fino a ottenere una sorta di poi chiamato ‘ulu pa’i ai.

E’ un frutto versatile, che può essere mangiato in tutte le fasi di stagionatura. Quando è maturo l’Ulu hawaiano ha una consistenza densa e soda e un sapore dolce, che ricorda quello della patata, motivo per cui è cucinato come quest’ultima. Prima che maturi, ancora piccolo e verde, è invece cucinato come una verdura e il suo sapore ricorda quello del carciofo. Stagionato e morbido, è cremoso e dolce e può essere mangiato crudo o usato per preparare dolci e bevande.

Per secoli l’Ulu ha garantito la sicurezza alimentare e la sostenibilità agricola delle Hawaii. Oltre a produrre cibo, i frutti in eccesso e gli scarti (bucce e noccioli) nutrivano maiali e pesci d’allevamento, animali che fornivano una preziosa fonte di proteine e grassi e svolgevano un ruolo sociale perché usati come tributi o per aumentare il proprio prestigio.

Gli alberi “‘Ulu si trovano ancora nella maggior parte delle zone in cui originariamente crescevano, benché ormai siano piuttosto radi. Ad esempio, un proverbio sull’area di Lele, oggi corrispondente alla regione di Lahaina sull’isola di Maui, narra di boschi ombreggianti che ricoprivano l’intera area. Oggi però, a testimonianza di quegli antichi boschi, rimangono solo pochi maestosi alberi.

Nonostante la coltivazione e l’uso dell’’Ulu siano calati nel corso del secolo passato, esso costituisce tuttora una parte integrante della dieta di diverse comunità, in particolare di quelle presenti nelle aree rurali con alti tassi di disoccupazione. L’Ulu inoltre sta godendo, tanto nelle aree rurali quanto in quelle urbane, di una rinnovata attenzione da parte di molti hawaiani, autoctoni e non, che mirano a incrementare la coltivazione e l’uso dei cibi tradizionali come l‘Ulu per ragioni culturali e di salute.

Foto: © Jim Wiseman

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Territorio

NazioneStati Uniti
Regione

Hawaii

Altre informazioni

Categorie

Frutta fresca, secca e derivati

Segnalato da:Chef Krista Garcia, Hotel Wailea, Relais & Châteaux