śliwowica pejseczna
La coltivazione delle prugne viene praticata nella regione dei monti Beschidi sin dal XII secolo, e con grande tradizione nel territorio limitrofo al piccolo comune rurale di Łącko. In passato, i frutti secchi venivano trasportati per mezzo delle acque del Danubio in diversi paesi europei. La storia vuole che gli ebrei ortodossi polacchi avessero adottato le prugne per la distillazione in brandy, da consumare specialmente durante i periodi festivi.
L’origine della produzione della slivovitz tradizionale è da collocare alle fine del XIX secolo. Bevanda dedicata alla consumazione durante il periodo della Pasqua ebraica, fu prodotta con la fondazione della prima distilleria; lì, la famiglia Grossbards produsse la prima śliwowica pejseczna, e rilasciò negli anni successivi il permesso di produzione ad altre famiglie. Tale tradizione è continuata fino alla seconda guerra mondiale; successivamente, furono produttori non ebrei a portare avanti la tradizione. L’importanza di questo brandy è legata appunto al periodo pasquale durante il quale, per le leggi ebraiche, non è ammessa la consumazione di prodotti lievitati e sono quindi considerati proibiti tutti i distillati di grano.
La slivovitz, così come accade per altri distillati di prugna della zona, è prodotta con una varietà chiamata localmente ‘Węgierka Zwykła’. Tuttavia, la slivovitz della Pasqua è maturata in botti di quercia, che le permette di acquisire un aroma caratteristico e un distintivo colore giallognolo. Questa slivovitz è chiaramente kosher (la produzione è anche supervisionata da un rabbino) e contiene oltre il 70% di alcol.
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