Skarfakál

Arca del Gusto
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Lo skarfakál (Cochlearia officinalis), come il fjörukál, è una pianta che cresce sulla costa rocciosa dell’Islanda occidentale, tra le rocce e nelle scogliere. Si trova soprattutto dove il terreno è ricco, vicino ai nidi di uccelli marini come le buche delle pulcinelle di mare. Può essere trovata anche nella parte interna del paese, probabilmente portata dagli uccelli marini, ma era ed è più comune dove il suolo è spesso e fertile, anche intorno alle fattorie, per esempio, o sui tetti di erba.

Appartiene alla famiglia delle Brassicaceae, ha foglie spesse e lucenti a forma di cuore che sono commestibili, anche se leggermente amare. Si ritiene che lo skafakál sia migliore se raccolto in giugno, ma anche più tardi in estate, a seconda della zona geografica di raccolta.

Nel suo libro "Íslenskir Sjávarhættir", Lúðvík Kristjánsson riporta le descrizioni storiche di questa pianta. Lo skarfakál era infatti una risorsa molto preziosa nel Medioevo, ma il suo uso è ben documentato solo dalla metà del XVII secolo. Era così importante nella dieta degli islandesi che molti luoghi (isolotti, colline, coste,…) includono il nome "skarfakál" o suoi sinonimi e alcuni proverbi si riferiscono allo skarfakál.

Le prime menzioni scritte dello skarfakál nella dieta risalgono alla metà del XVII secolo. Un attrezzo speciale è stato progettato per tagliarlo in piccoli pezzi, e si racconta della pratica della fermentazione – steso in acqua calda per alcuni giorni o anche nel siero di latte – per essere consumato durante i mesi invernali.

Lo skarfakál è stato consumato fin dall’epoca dell’Insediamento nel IX secolo, come in Norvegia, il paese d’origine dei coloni, ed è nominato in alcune saghe (per esempio nella Saga di Grettis, sull’isola di Drangey).
Era così comune la sua raccolta in passato che non è stata trovata alcuna menzione di vendite di skarfakál: sembra che fosse solo scambiato con altre merci.

Era rinomato per il suo sapore ma anche come pianta medicinale in grado di curare velocemente lo scorbuto.
Era allora comunemente fermentato per essere usato nelle insalate, nelle zuppe ma anche con lo skyr e nei porridge, insieme ad orzo o farina (a seconda di ciò che era disponibile) e latte o siero di latte. Era considerato molto prezioso ed è certamente grazie al suo consumo che lo scorbuto non era così comune come avrebbe potuto essere in Islanda: il suo contenuto di vitamina C è molto più alto che nel fjörukál.

Lo skarfakál è poco consumato oggi, tranne in alcune fattorie dove la tradizione è ancora viva, ma i giovani cuochi lo stanno riscoprendo e lo usano come guarnizione nei piatti di pesce.
Questa pianta selvatica molto tradizionale sta infatti perdendo terreno a favore di piante più invasive, e dovrebbe essere segnalata come una preziosa per la dieta moderna, a maggior ragione visto che il foraging è diventato di nuovo una pratica comune.

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Territorio

NazioneIslanda
Area di produzione:Parte occidentale del Paese

Altre informazioni

Categorie

Spezie, erbe selvatiche e condimenti

Segnalato da:Dominique Plédel Jónsson