Scimiscià

Arca del Gusto
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La scimiscià è una pianta mediterranea vigorosa, con ottima capacità di ancoraggio ad altre piante, come gli olivi, e a rocce. Come indica il disciplinare della D.O.C. Golfo del Tigullio-Portofino, il nome sembra derivare dalle punteggiature presenti sull’acino, che ricordano le punture di nutrizione della cimice, in dialetto detta simixa. I rami possono raggiungere la lunghezza di 1.5 metri e la pianta si adatta bene a terreni aridi e difficili. La produzione derivante la prima fioritura è piuttosto regolare, mentre l’apporto di uva di seconda fioritura è scarso.   Rispetto ad altri vitigni localmente coltivati quali Vermentino e Bianchetta genovese, la gradazione zuccherina e l’acidità dello Scimiscià sono normalmente superiori. Tuttavia il grappolo può essere affetto da alcune anomalie come scottature, imbrigliamento da parte dei viticci che condizionano la crescita regolare degli acini, sintesi parzialmente compromessa, difficoltà vendemmiali. Il grappolo compatto e la buccia sottile possono predisporre lo sviluppo di botrite (una muffa grigia) soprattutto a seguito di punture di vespe o altre ferite.   Nella seconda metà del 1800 la coltivazione della vite nel circondario di Chiavari era molto diffusa, definirne però la superficie risulta difficile, in quanto la coltivazione tipica del periodo era promiscua e la vite solitamente maritata ad olivi, gelsi, pioppi ed altri alberi. Il vitigno Çimixâ è stato largamente coltivato nell’entroterra genovese fin da tempi remoti. Come dimostrato dai dati storici, era ampiamente coltivato nel circondario di Chiavari e in special modo nella Val Fontanabuona, dove anticamente, era molto diffuso con netta prevalenza su gli altri vitigni, in quando migliorava i mosti locali. Un proprietario terriero della media Val Graveglia (Pontori, Ne) nei suoi Ricordi al Padrone e Doveri da Manenti, scritti fra il 1802 e il 1822, annota: ”non ti scordar la Moscatella, Vermentino e Cimixiaro che (l’uva ) la fan migliore”.   Attualmente il vitigno Cimixa è presente in modo sporadico in molti vigneti situati nelle numerose località della vallata (Cicagna, Leivi, Avegno, Camposasco, Lorsica ) ed è anche occasionalmente in Val Graveglia (Campo di Né e Zerli) e nel Chiavarese. Non si esclude la presenza dello Scimiscià anche in altre zone viticole del Mar Tirreno, ma la sua antica coltivazione è da ricondursi all’entroterra genovese. Sfortunatamente la preponderanza di vitigni internazionali con ottime rese e maturazioni, adattabilità ai più svariati terroir, nonché visibilità e notorietà tra i consumatori hanno isolato questo vitigno locale.

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Territorio

NazioneItalia
Regione

Liguria

Altre informazioni

Categorie

Vino e vitigni