Lo Sburlon è un liquore digestivo la cui produzione risale alla fine dell’Ottocento, uno dei liquori più popolari e diffusi nelle aree del parmense e del piacentino. Il nome deriva dal dialetto parmense, dove Sburlon significa spintone: bevuto a fine pasto aiuterebbe la digestione.
I frutti necessari alla preparazione dello Sburlon provengono dal cotogno (Cydonia oblonga), un antico albero da frutto diffuso su tutto il territorio nazionale e un tempo largamente coltivato sia in montagna sia in pianura, da cui si ricavavano confettura e liquori; oggi la coltivazione è stata pressoché ovunque abbandonata e si trovano solo esemplari sporadici ai bordi dei campi.
Il liquore è il risultato della macerazione ed infusione alcolica dei soli frutti del cotogno. La polpa, precedentemente grattugiata, viene dapprima fatta macerare per circa 5 giorni, in seguito si procede con l’infusione in alcol e con l’aggiunta di cannella, chiodi di garofano e zucchero per un periodo di 30 giorni. Al termine si filtra e si imbottiglia. Il liquore che se ne ottiene ha un’elevata gradazione alcolica, mediamente tra i 30-33°, gusto delicato e un bel colore giallo con sfumature tendenti al nocciola. La lavorazione avviene a ottobre, quando maturano i cotogni.
Oggi la produzione artigianale è affidata a due soli liquorifici in provincia di Parma, di cui uno artigianale in attività dal 1905.
Ottimo a fine pasto come digestivo, consumato a temperatura ambiente oppure allungato con acqua è anche considerato un’efficace corroborante e defaticante. Risulta gradevole servito freddo in estate.
L’attività di ricerca necessaria a segnalare questo prodotto nel catalogo online dell’Arca del Gusto è stata finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale del Terzo Settore e della Responsabilità Sociale delle Imprese – avviso n° 1/2018 “Slow Food in azione: le comunità protagoniste del cambiamento”, ai sensi dell’articolo 72 del codice del Terzo Settore, di cui al decreto legislativo n 117/2017.
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