La gente comune in Scozia consumava spesso il sanguinaccio, un alimento poco costoso e sano, mentre chi se li poteva permettere mangiava tagli più pregiati di carne.
Nel corso degli anni il sanguinaccio è diventato un prodotto industrializzato e, sebbene ancora diffuso, non è più ciò che era un tempo a causa della produzione di massa e dell’importazione di sangue secco dall’estero.
Restano pochi prodotti originali.
Uno dei problemi principali è la scomparsa dei piccoli mattatoi dalla Scozia.
Il metodo tradizionale di preparazione del sanguinaccio richiede l’uso di sangue fresco degli animali macellati, e questo è un grosso problema se gli animali sono invece macellati a una certa distanza dal macellaio, dal salumiere o dall’affinatore.
Il sangue coagula rapidamente e con il trasporto non è più utilizzabile.
Una generazione fa la produzione di sanguinaccio era una ricca attività, che coinvolgeva decine di mattatoi locali e abbondanza di sangue fresco.
Oggi solo pochi macellai preparano ancora il sanguinaccio secondo il metodo tradizionale e usando ingredienti locali e freschi di alta qualità: alcuni utilizzano ancora l’avena scozzese e il sangue naturale di bue raccolto presso i mattatoi locali, mescolato ad agnello macinato e grasso o sego di manzo, provenienti da animali locali.
Viene quindi aggiunto un mix di spezie che può variare di macellaio in macellaio; alla fine, l’impasto viene cotto all’interno di un budello finché la temperatura supera i 78 gradi.
A questo punto può essere trattato come un prodotto cotto.
Il sanguinaccio scozzese di sangue fresco è molto diverso da quello inglese e da altre versioni, per la proporzione di sangue, la presenza di grasso finemente macinato, avena e spezie.
La controparte inglese spesso contiene orzo, pezzi più grossi di grasso ed è, in effetti, una varietà regionale del tutto diversa.
Il sanguinaccio è un piatto consumato comunemente a colazione con uovo fritto o in camicia, oppure nel tardo pomeriggio insieme a gelatina di more di rovo o un accompagnamento simile. Oggi è spesso usato dagli chef per realizzare ottimi e apprezzati antipasti: si accompagna bene ai frutti di mare, in particolare le capesante, per creare piatti ""mare e monti” regionali e freschi.
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