In Tajikistan, nella regione del Badakhshan, le more sono utilizzate per produrre uno speciale superalcolico. Prima del periodo del periodo sovietico, la sua produzione era molto comune, ma nell’URSS fu messa al bando e considerata come un reato amministrativo. Ciononostante, in molti villaggi, la distillazione del liquore continuò in modo clandestino. Nell’area del Pamir, nel Tajikistan orientale, negli anni prima della rivoluzione, i prodotti locali dovevano sopperire a tutti i prodotti di importazione e le more erano molto richieste; durante il periodo sovietico si diffuse invece l’importazione di zucchero, farina e di altri prodotti che sostituirono i trasformati a base di more nella dieta locale. Ciononostante, dopo la Guerra Civile del 1993, le more hanno riacquistato la loro importanza nella cultura locale e la produzione di dolci e alcolici derivati dal frutto è tornata nuovamente in crescita. La preparazione di questo liquore consiste nel riempire a metà un orcio con more essiccate (i distillatori spesso utilizzano le bacche che si sono schiacciate durante la raccolta). Il contenitore è riempito con acqua calda fino a lasciare uno spazio vuoto di 15 cm circa, poi coperto con qualcosa che lo isoli, come per esempio una coperta, e infine lasciato al buio in luogo asciutto. Il processo di fermentazione si può addirittura percepire con l’orecchio e, al termine, il composto è messo all’interno di un alambicco fatto a mano e trattato tre volte per distillare l’alcol. Il risultato finale è esaminato grazie a un test: si verifica se il prodotto è effettivamente infiammabile e, nel caso lo sia, la lavorazione può dirsi finalmente conclusa. Il samogon non è disponibile in vendita, è prodotto solamente per il consumo domestico.
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