Pomodoro tipico della costa abruzzese che ha retto l’economia del territorio fino agli anni 60. Prodotto ricco di licopene, pigmento responsabile del colore rosso della bacca matura, al quale è stata riconosciuta una notevole capacità antiossidante e antiradicalica. Questa caratteristica si esplica nella prevenzione di alcune forme tumorali epiteliali che interessano l’esofago, stomaco, intestino, pancreas e midollo osseo. Inoltre è stata individuata una significativa correlazione indiretta tra diete ricche di pomodoro a pera e i suoi derivati a basso rischio di cancro alla prostata. In agosto, periodo nel quale tutte le famiglie abruzzesi associano ai pomodori, la tradizione vuole che si produca la passata di pomodoro a pera d’Abruzzo rigorosamente fatto in casa. E’ un momento di lavoro ma anche di aggregazione familiare dove si scherza , si raccontano storie del passato e si affronta il tema passata con estrema serietà e perizia. Ogni casa in campagna ha il suo orto, dove vengono regolarmente piantati i pomodori che poi diventeranno "buttije", termine dialettale che indica le bottiglie di passata. Il seme è stato recuperato e migliorato attraverso l’Unità di ricerca per l’orticoltura di Monsampolo del Tronto di Ascoli Piceno ed è rimasto un seme non ibridato e messo a disposizione degli agricoltori di tutte le famiglie e di tutte le scuole.
La coltivazione del pomodoro a pera è stata abbandonata perché esteticamente non perfetto, ricchissimo di licopene. Il pomodoro a pera presenta ottime caratteristiche organolettiche associate ad un elevato tasso zuccherino con una media acidità. Ciò lo rende particolarmente idoneo sia per il consumo fresco sia per la trasformazione in conserva, se raccolto a piena maturazione. Inoltre consumo e trasformazione sono favoriti dalla poca presenza di semi e dall’abbondante polpa. Si presta bene anche con le insalate.
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Segnalato da: | Roberto Angelucci |