Le pesche, in Toscana, hanno una storia antica: il merito della loro coltivazione e diffusione si deve alla casata dei Medici i quali, nel XVI secolo, le introdussero nei “pomari” delle ville gentilizie toscane. In particolare nel Mugello, la famiglia dei Medici, e lo stesso Lorenzo il Magnifico, lasciarono segni molteplici del loro potere non solo negli edifici (tra i tanti la Villa di Cafaggiolo a Barberino, il Castello del Trebbio a San Piero a Sieve, il Palazzo dei Vicari a Scarperia) ma anche nell’agricoltura, nell’impostazione geometrica dei campi e dei boschi, nella canalizzazione razionale delle acque. E forse non a caso proprio qui, nel Mugello e Val di Sieve, si sono conservate cultivar storiche di pesca. Le prime informazioni sulla pesca Regina di Londa risalgono alla metà del secolo scorso, quando un appassionato coltivatore di Londa, Alfredo Leoni, portò alla ribalta questa cultivar di qualità pregiata scoperta casualmente: la migliore tra le pesche a polpa bianca presenti sul mercato fiorentino a settembre inoltrato. La coltivano ancora alcuni frutticoltori sui versanti soleggiati esposti a sud, a mezza costa, riparati dal vento di tramontana, a un’altitudine tra i 100 e i 700 metri sul livello del mare. Come tutte le varietà tardive, cresce benissimo in località poco umide nelle ore notturne. L’Appennino toscano, in questa zona particolarmente asciutto e arieggiato, è un terreno di coltivazione ideale: totalmente incontaminato, permette coltivazioni biologiche e a produzione integrata. Il comune più interessato alle coltivazioni è Londa, dal quale ha preso il nome. Ogni anno, a metà settembre, qui si tiene una sagra in cui viene premiata con la “Pesca d’argento” la migliore cassetta di “Regine”. Nonostante la coltivazione delle pesche tardive abbia evitato lo spopolamento delle campagne della Val di Sieve e del Mugello fiorentino, gran parte dei produttori, in anni più recenti, ha abbandonato queste varietà. Le pesche tardive sono coltivazioni impegnative e anche “rischiose”. Un’estate meno calda influisce negativamente su un raccolto tardivo e, considerato che la pesca Regina di Londa mantiene le sue caratteristiche di eccellenza organolettica per circa una settimana dopo il raccolto, per ogni albero occorre fare almeno cinque passaggi. Oggi se ne coltivano appena mille quintali l’anno e la vendita è limitata ai mercati locali, nei paesi di Tavarnelle, Scarperia, Vicchio e Dicomano. Le Regine di Londa sono profumatissime, grandi e rotonde, leggermente schiacciata ai poli. La buccia è di colore bianco-verde chiaro, con marezzature rosso intenso. La polpa – bianco crema con venature rosso vivo in prossimità del nocciolo – è soda, dolcissima e aromatica.
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