Il Canelo, o Foye (Drimys winteri), è un arbusto sempreverde nativo delle foreste della Patagonia, in particolare delle montagne che circondano Las Balsas. La pianta cresce come piccolo cespuglio sotto i Lenda e Coihue, due specie di alberi meglio conservati, e produce dei piccoli frutti, chiamati Pepe Canelo, di colore viola scuro che crescono lungo il tronco. Inizialmente l’aroma è dolce e fruttato e richiama il gusto della cannella, mentre il piccante emerge successivamente anestetizzando leggermente la lingua. Le bacche di Canelo, essiccate e tritate per conservarne al meglio l’aroma, sono utilizzate per la preparazione di ricette sia dolci che salate. Le sue qualità organolettiche lo rendono adatto ad accompagnare la carne rossa e la selvaggina, ma anche per la preparazione di dolci alla frutta e al cioccolato grazie alle sue note dolci e fruttate.
Il Canelo possiede un valore unico e ancestrale per gli abitanti della regione, l’antico popolo Mapuche: la pianta, infatti, è posta al centro dei luoghi sacri dove si svolgono le “rehue”, i rituali e le cerimonie religiose di questa cultura. I capi, i “lonkos”, utilizzano scettri realizzati con i rami del Canelo come simbolo della loro autorità e per questo vengono chiamati “ngen foye”, ossia “proprietari del Canelo”. Nella cultura Mapuche, il Canelo rappresenta anche il contatto tra il popolo e gli “ngen-mawida”, gli spiriti della foresta nativa.
Nonostante l’enorme valore culturale e naturale del Distretto dei Laghi, le foreste andine che si trovano in questa regione sono minacciate dall’attuale progresso e dallo sviluppo intensivo. Inoltre, la comunità locale tende a disinteressarsi del territorio e del suo ecosistema, sviluppando poche interazioni con la natura autoctona che li circonda. In questa particolare dinamica, la promozione e la valorizzazione del Canelo dovrebbe essere maggiormente stimolata all’interno della proposta gastronomica locale in quanto specie selvatica della foresta. La proposta del "pepe Canelo", infatti, mira a valorizzare un prodotto autoctono, raccolto e lavorato in maniera tradizionale su piccolissima scala e profondamente legato alla cultura locale. In questo modo, oltre a salvaguardare un prodotto tradizionale, si promuoverebbe anche la tutela e la conservazione delle foreste indigene della Patagonia. Tutto questo rappresenterebbe la fase preliminare di un processo di rafforzamento delle tradizioni e di creazione di un ambiente favorevole alla realizzazione di nuove proposte gastronomiche.
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