La mutura, chiamata anche salsiccia africana, è prodotta con l’intestino tenue o crasso di capre o vacche nelle terre Gikuyu del Kenya centrale. Si produce prevalentemente per le riunioni familiari ed eventi come la cerimonia della dote. L’animale viene macellato e l’intestino rimosso, svuotato e pulito accuratamente con acqua. Parte dell’intestino è quindi tagliata finemente (quasi tritata) insieme a un po’ di carne della coscia e poi cotta a lungo. Vengono aggiunte erbe e spezie come rosmarino e pili pili per dare più sapore. Una volta cotta la carne, nella pentola viene aggiunto il sangue dell’animale macellato; la miscela viene quindi girata fino a completa cottura del sangue. Una volta pronto il ripieno, un’estremità dell’intestino viene legata con una stringa realizzata con corteccia di banano. La salsiccia viene riempita e infine l’estremità aperta si chiude nello stesso modo. A questo punto può essere arrostita su carboni ardenti per terminare la cottura e asciugarla un po’, e infine servita da sola come delizioso antipasto.
La mutura era un prodotto essenziale delle riunioni della regione Gikuyu, servita per soddisfare la fame degli ospiti durante la cerimonia e prima del pasto principale. È ancora prodotta in quantità molto piccole nelle aree rurali e urbane quando tali riunioni sono guidate dagli anziati. È tuttavia a rischio di estinzione perché i giovani spesso preferiscono i tipi di salsiccia moderna, fortemente promossi dalle società di marketing.
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