La muña (Minthostachys mollis) è una pianta aromatica che appartiene alla famiglia delle Laminacee, la stessa della menta, dell’origano e del rosmarino. Questa pianta è endemica delle Ande, per cui si trova sparsa in alcune zone lungo la cordigliera; in Perù è possibile trovarla nella zona meridionale, nei Dipartimenti andini di Junin, Ayacucho e Cusco.
La muña cresce lungo i pendii montani, nelle vicinanze di corsi d’acqua e dei campi coltivati; nelle aree andine esistono di verse varietà di muña che si distribuiscono ad altitudini comprese tra i 2500 e i 3500 metri sul livello del mare. Questo arbusto ha ricoperto un ruolo importante tra le comunità andine, soprattutto per la sua versatilità: la muña può essere utilizzata come repellente per piante infestanti ed insetti che potrebbero danneggiare quelle poche coltivazioni possibili a tali altitudini; la muña è stata utilizzata anche nel periodo della civiltà inca, trovando impiego come metodo di conservazione delle patate. Infatti, il contatto tra i tuberi e le foglie di questa pianta riduce la possibilità di germinazione e putrefazione. Nella zona di Ayacucho invece viene utilizzato il fusto legnoso della pianta e parte della resina per la fabbricazione di polvere da usare per realizzare fuochi artificiali durante le feste patronali.
La muña è anche riconosciuta per le qualità nutritive: ha un elevato contenuto di calcio e di ferro ed alcune proprietà medicinali. Ad esempio, le foglie vengono impiegate per preparare infusi capaci di curare i dolori intestinali e le indigestioni.
Per quel che riguarda l’utilizzo gastronomico, la muña viene utilizzata come ingrediente nella preparazioni di piatti come il chupes (uno stufato andino), zuppe oppure salse della tradizione andina. Molte preparazioni gastronomiche sono legate alle tradizioni delle popolazioni Aymara, una comunità che vive nei pressi del Lago Titicaca; tra queste vale la pena citare lo shihuayro, un condimento preprato ed utilizzato dai pastori andini durante le transumanze.
La scarsa conoscenza e consapevolezza delle proprietà di questo prodotto assieme allo spopolamento dell’area andina rischiano di far perdere l’uso di questo prodotto e dei saperi gastronomici tradizionali ad esso connessi.

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Segnalato da: | Dauro Mattia Zocchi |